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Quanto tempo è passato da quel “Hello, world”, la prima scritta stampata a video in linguaggio di programmazione C, ai post dei social network? Quarant’anni non sono poi così tanti eppure è chiaro che, con l’introduzione diffusa di certi strumenti, abbiamo oltrepassato un confine decisivo ed è da quella linea che ne sono derivate altre piuttosto inaspettate. Su questa sfumatura tra gli ambiti, tra reale e irreale, verità e post verità, psicologia e macchina, si muovono le ricerche degli artisti coinvolti in “Vivere nell’immaginazione”, mostra a cura di Dobroslawa Nowak, in apertura il 1 marzo alla Galleria Wozownia di Toruń, in Polonia.
L’esposizione, visitabile fino al 28 aprile, prende le mosse da testi considerati fondativi dell’era contemporanea, riconsiderando le parole di autori come Marshall McLuhan, Zygmunt Bauman, Jean-Pierre Dupuy e Roy Baumeister alla luce delle opere d’arte. La curatrice ha infatti invitato un nutrito gruppo di artisti polacchi e italiani, rappresentativi delle ultime generazioni, il cui metodo affonda nella modernità: Bogusz Bogatko, Piotr Bosacki, Marta Buczkowska, Lim Cha, Marco Giordano, Jozef Robakowski, Rozdzielczosc Chleba, Gabriele de Santis, Claudia Sinigaglia e Tytus Szabelski. Sempre nell’ambito della mostra, è previsto anche uno screening di video di Diego Marcon, presso il cinema Niebieski Kocyk.
In alto: Claudia Sinigaglia