02 marzo 2019

Gli Alfabeti di Boetti, Kosuth e Weiner, in una mostra diffusa lungo la via Flaminia

 

di

Costituendone il ventesimo itinerario, quello che coinvolge i centri di Campello sul Clitunno – dove nella giornata inaugurale dello scorso 8 dicembre ha avuto luogo la performance di Jeff Gibbons – di Gubbio e di Spoleto, fino al 7 aprile è attraversabile il percorso artistico che conclude la decima edizione della rassegna d’arte contemporanea Viaggiatori sulla Flaminia. L’evento, titolato Alfabeti e organizzato da Studio A’87 insieme all’associazione Viaindustriae, dal MIBAC-Polo Museale dell’Umbria e con il coordinamento di Franco Troiani, Emanuele De Donno e Paola Mercurelli Salari, stabilisce connessioni fra cronologie culturali e realtà creative contestuali, istituendo sentieri museografici in cui l’arte si misura con l’istanza storica dei luoghi ospitanti. 
La manifestazione, dislocata nel suo complesso fra le antiche sedi rispettivamente del Tempietto del Clitunno, di Palazzo Ducale e della Rocca Albornoziana, imposta una speculazione sulla problematica degli alfabeti, autentico comune denominatore dell’intero progetto. Quest’ultimo, che nonostante la suddetta diramazione si configura al pari di un iter museale compiutamente organico, analizza la questione assecondando un’angolazione sfaccettata, declinando dunque il concetto di alfabeto secondo i termini più estensivi della visualità e della comunicazione. Pertanto, concependolo parimenti a un linguaggio visivo che rispetta una propria grammatica, la mostra propone una riflessione sull’evoluzione di questa accezione che, partendo dalle memorie millenarie trascritte in lingue mai tradotte contenute nei siti interessati, giunge alle modalità comunicative dell’attuale civiltà ipermediatica ad alto consumo visivo. 
Doveroso sottolineare come, per restituire una tale pluralità di direzioni di ricerca, la collettiva preveda l’intervento di molti artisti, alle volte appartenenti a formazioni e ambiti disciplinari differenti, oltre che una molteplicità di vie espressive e di tecniche che virano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’installazione e al video. A fronte di una varietà della fattispecie, anche le scelte di allestimento ne rispecchiano la polifonia, delineando momenti di stretto confronto fra le opere selezionate e le peculiarità dello spazio che le accoglie, spesso dimostrando uno straordinario grado di duttilità di entrambi, logicamente sempre nel perimetro di un dettato espositivo in alcuni casi mimetico mentre in altri maggiormente discontinuo. 
A ciò si affianca anche il conseguente dialogo fra “artisti di corte”, dal momento che le sedi della mostra – come detto – sono luoghi ricchi di testimonianze storico-artistiche e gli interpreti delle tendenze afferenti alle poetiche correnti. Fra questi abbiamo – solo per citarne alcuni – autori internazionalmente riconosciuti, se non già storicizzati, quali Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis, Alighiero Boetti, Ketty La Rocca, Giuseppe Chiari, Giulio Paolini, Sol LeWitt, Joseph Kosuth, Mario Ceroli e Lawrence Weiner, insieme ad altri emergenti o da tempo attivi sulla scena artistica coeva come – fra i molti – Aldo Grazzi, Affiliati Peducci&Savini, Giuliano Giuman, Arthur Duff, Sauro Cardinali, Giulia Filippi, Miriam Montani, Tommaso Faraci
A razionalizzare i nomi e i lavori ispirati al concetto di scrittura in tutte le sue derivazioni sintattiche e semantiche, abbiamo, in tutti gli spazi coinvolti, una suddivisione che scandisce i tempi di fruizione in sezioni, di cui una in particolare interamente dedicata al libro d’artista dal titolo “AW artist’s writings” e inserita nell’ambito della IX° edizione biennale di Freebook/LIBEROLIBROdARTISTALIBERO. 
Un progetto, Viaggiatori sulla Flaminia, complesso ma che, anche con questo ventesimo itinerario, manifesta l’adozione di un criterio critico e filologico interno che garantisce coerenza a tutto il grande percorso di mostra permettendo uno sguardo trasversale e approfondito sulla contemporaneità artistica posta in simmetria con l’antichità, il territorio e la forma scritta. (Davide Silvioli
In home: Sol Lewitt, Palazzo Ducale, Gubbio 
In alto: Jeff Gibbons, Primavera, installazione Tempietto sul Clitunno

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui