04 marzo 2019

Anne Ryan alla galleria Ribot, Milano

 

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“Euoī, Euoī, Euoī” è la personale di Anne Ryan alla galleria Ribot di Milano, che inaugura 7 marzo: un inno alla vita celebrato attraverso una trentina di “dipinti ritagliati” e una serie di ceramiche inedite, che fondono ricerca pittorica, forme e narrazioni contemporanee con l’interesse dell’artista per il cinema, la mitologia e la figurazione greco-romana che l’artista,  di origini irlandese e residente a Londra,  ha potuto approfondire in un periodo a Roma alla British School, nel 2016. Ad accompagnare la mostra anche uno special project con una serie di lavori realizzati con la tecnica della linoleografia su carta di bambù giapponese. «Euoī – spiega la galleria nel comunicato stampa – è l’ovazione che le Baccanti rivolgevano al dio Dioniso, un grido di appassionato entusiasmo che sembra risuonare da tutte le opere dell’artista, pervase da un dinamismo esaltato dai colori accesi e dalle forme sinuose dei corpi rappresentati». Le “figure ritagliate”, prosegue la galleria, «sono figure di cartoncino tagliate e dipinte con colori acrilici, una proposta nuova di pittura, che si sgancia dalla superficie bidimensionale della tela e scende con un passo di danza nello spazio». 
Abbiamo posto alcune domande a Anne Ryan, che ci accompagna alla scoperta della sua ricerca e della mostra.
Da che cosa prende avvio la mostra e da dove deriva il titolo “Euoī, Euoī, Euoī”?
«La mostra si basa su immagini e scenari legati alle Baccanti, nome che dal greco antico si può tradurre in “donne in preda alla frenesia”. Erano le seguaci di Dioniso, noto anche come Bacco. Queste donne prendevano parte ai Baccanali, che celebravano in modo folle, molto sensuale, spesso con abuso di vino o semplicemente con un enorme coinvolgimento nei festeggiamenti.
Il titolo della mostra viene dal canto che le Baccanti intonavano mentre festeggiavano selvaggiamente, con un abbandono estatico, adorando i loro dei. Dioniso e Bacco sono tradizionalmente dipinti come esseri maschili, ma le figure nei lavori hanno un genere fluido. La maggior parte di loro mostra donne che si liberano, che si lasciano andare, ma ci sono anche degli uomini, che possono unirsi ai festeggiamenti. Infine in questi lavori c’è un “manifesto” sulla resistenza all’autorità: noi possiamo controllare le nostre menti e i nostri corpi, ma dovremmo utilizzarli come noi desideriamo, i festeggiamenti e le sensualità possono liberare i nostri corpi e l’arte può fare lo stesso per le nostre menti».
Che tipo di lavori vedremo in mostra e come sono nati?
«Al piano superiore della galleria c`è una “scenografia”: su un unico basamento in legno che corre lungo le pareti della galleria, sono appoggiati circa trenta dei cosiddetti “dipinti ritagliati” che fanno parte di un lavoro che ho iniziato durante la “Abbey Fellowship” alla British School di Roma. Questo periodo è stato molto importante per me perché, oltre a permettermi di osservare la magnificenza di Roma, ho incontrato dei classicisti e degli archeologi che mi hanno introdotta ad una visione più ampia della mitologia greco-romana. Sono rimasta molto affascinata dai racconti dopo aver visto i manufatti nei musei e nella gallerie della città e ho realizzato dei lavori strettamente connessi con quelle immagini unite ad immagini che ho visto in altri luoghi: così i lottatori romani si scontrano con i danzatori in un night club o una serie di figure posizionate in modo classico si uniscono a persone, oggetti e situazioni visti per le strade o nei bar della città».
In mostra ci sono anche delle opere in ceramica. Come sono nate?
«Sì, in mostra ci sono anche ceramiche: alcune “figure ritagliate” in ceramica smaltata che proseguono il tema delle figure ritagliate nel cartoncino. In questi lavori ci sono figure danzanti, feste, pose e personaggi generalmente liberi di fare ciò che vogliono. Alcune di queste figure hanno avuto inizio come acquerelli e disegni e poi sono stati semplicemente liberati dal contorno come ho avviene per le figure ritagliate nel cartoncino».
Avevi già usato la ceramica in precedenza?
«Ho ricominciato a usare la ceramica dopo averla accantonata per lungo tempo e avevo pensato di realizzare la versione in ceramica dei “dipinti ritagliati”, ma dopo aver iniziato il lavoro ho preso un’altra strada e sono nati vasi, recipienti e molti altri oggetti. I lavori in mostra hanno un formato abbastanza tradizionale per la ceramica, ma ho mescolato argilla e smalti e quindi sono come dipinti contemporanei in materiale ceramico. Come negli altri lavori le Baccanti nei piatti sono posizionate assieme ad altri riferimenti culturali e danno origine scene come “Star Maenads” o “Ecstasy in Space”. Il periodo alla British School of Rome è stato importante anche perché ho visto così tante ceramiche straordinarie, come gli antichi reperti etruschi o ateniesi o le ceramiche di Canosa di Puglia».
Puoi riassumerci brevemente la tua ricerca?
«Durante la mia carriera ho lavorato con figure e con gruppi di figure in diverse forme e ho realizzato dipinti ispirate a fonti come il cinema italiano e francese e persino dall’immaginario legato ai cowboy. I dipinti sui cowboy, presi da copertine di libri e still da film, esplorano temi e scenari ben noti legati al Far West, come sparatorie o cowboy solitari che cavalcano in cittadine ostili. Lavoro sempre con immagini che mi attirano per una fascinazione personale: dove sono cresciuta, nell’Ovest dell’Irlanda, c’erano persone che allevavano cavalli e li cavalcavano, quindi il cowboy come eroe era già parte della cultura narrativa. Più recentemente Roma è stata una meravigliosa fonte di idee, un sovraccarico di immagini e di informazioni, di vita nelle strade e di strati di storia. Io semplicemente camminavo per le vie della città, disegnavo, fotografavo e poi tornavo in studio e iniziavo a mettere tutto assieme. E, ovviamente, siccome la sede dell’accademia ospitava molte persone che si godevano il soggiorno a Roma, molte notti c’era un party. Euoi, Euoi Euoi». (Silvia Conta)
Anne Ryan
“Euoi, Euoi Euoi”
Dal 7 marzo al 27 aprile 2019
RIBOT arte contemporanea
via Enrico Nöe 23, Milano (MM1, Lima (10 min.), MM2, Piola (5 min.))
Opening: 7 marzo 2019, ore 19
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.30, sabato dalle 11.30 alle 18 e su appuntamento
www.ribotgallery.com, info@ribotgallery.com

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