06 marzo 2019

Sean Scully presenterà una mostra molto personale nella Basilica di San Giorgio, a Venezia

 

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Dopo aver scritto dei padiglioni più interessanti che avremo modo di vedere alla prossima Biennale d’Arte di Venezia, in apertura l’11 maggio e a cura di Ralph Rugoff, i nostri approfondimenti continuano al di là dei Giardini e dell’Arsenale. E le novità non potrebbero essere più succose. Prevediamo già vaporetti stracolmi e lunghe file per entrare nella Basilica di San Giorgio, gioiello del Palladio incastonato nella Laguna, che ospiterà una grande mostra di Sean Scully
Intitolata “Human”, l’esposizione è stata commissionata dagli stessi monaci benedettini che, colpiti dalla spiritualità delle opere di Scully, viste per la prima volta in una piccola chiesa a Montserrat, vicino a Barcellona, hanno invitato l’artista a visitare la loro abbazia. 
E visto che l’artista statunitense di origini irlandesi non vuole essere da meno del luogo, porterà, sotto la magnifica cupola rinascimentale, la sua scultura più alta mai realizzata, dal titolo programmatico e nemmeno tanto velatamente barocco, Opulent Ascension. Partirà la gara con il titano di Damien Hirst che tanto fece discutere durante la scorsa edizione della Biennale? Ma se in quell’occasione il pretesto era tutto di invenzione, con la storia del falso ritrovamento archeologico, questa volta le motivazioni sono molto personali, intime. Il curatore della mostra, Javier Molins, ha spiegato che l’opera sarà alta più di 10 metri – il titano di Hirst arrivava a 18 metri circa –, composta da strati di feltro multicolore e ispirata a una storia dell’Antico Testamento in cui Giacobbe sogna una scala che porta al paradiso. Secondo Molins, la citazione, però, è anche più recente, riferita a Jacob’s Ladder, tradotto un po’ maldestramente in italiano con Allucinazione perversa, film del 1990, di Adrian Lyne, con Tim Robbins, che racconta la storia di un reduce del Vietnam. Scully metterà in gioco una dolorosissima esperienza personale perché, come ha spiegato Molins, «La torre rappresenta un memoriale al primo figlio di Scully, morto in un incidente d’auto quando aveva solo 19 anni». 
Altre sculture saranno esposte nei giardini dell’abbazia, mentre all’interno l’artista presenterà le sue opere pittoriche, mostrando anche alcune sue ultime ricerche più vicine alla figurazione, che saranno destabilizzanti, visto che Scully è universalmente conosciuto per i suoi dipinti astratti e geometrici su larga scala. E non è finita qui, nei pressi dell’altare maggiore Scully esporrà il suo primo manoscritto miniato in pergamena, ispirato ai preziosi volumi conservati nella biblioteca della chiesa.

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