13 marzo 2019

Fino al 24.III.2019 Fosco Valentini, Visionaria 1986-2019 Mattatoio Padiglione 9a, Roma

 

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Incontriamo al Mattatoio Giovanna dalla Chiesa appassionata curatrice dell’antologica di Fosco Valentini (Roma, 1954). Trascorriamo un’oretta nel grande padiglione disadorno che appare trasformato, per l’occasione espositiva, in una  surreale Wunderkammer. Di primo acchito, spaesati, ci adoperiamo a cercare un pallido filo conduttore, un soccorrevole bandolo per orientarci nel dedalo della giocoleria visionaria che ci attornia. Ci viene prontamente in soccorso la curatrice con un nome illustre: Baruch Spinoza. Valentini – ci spiega – è stato assistente di Alighiero Boetti – arte povera, arte concettuale, questo il clima estetico – ed ha frequentato a lungo Aldo Braibanti, intellettuale eclettico, che lo ha appassionato a Spinoza, appunto. Una delle menti eccelse del XVI secolo, il filosofo olandese, ebreo sefardita, fu scomunicato e maledetto dalla propria comunità dopodiché, per vivere intraprese un’arte manuale divenendo molatore di lenti ottiche. Scrive il filosofo Giuseppe Rensi, uno dei più acuti esegeti del pensiero spinoziano: “Il grandioso sforzo di Spinoza è quello di guardare la realtà non con occhi umani ma con quelli stessi della realtà se essa ne possedesse”. Spinoza, nell’interpretazione di Valentini, è emblema di libertà e di autonomia di visione, una prospettiva ermeneutica espressa con gli strumenti più consoni ai talenti dell’artista: acrilici, disegni, sculture, pannelli lenticolari, installazioni, proiezioni video. 
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Fosco Valentini, Visionaria 1986-2019, vista della mostra
Tra l’altro, in occasione della mostra, è stato pubblicato un Libro su Spinoza curato da me con i disegni di Fosco Valentini e sarà presentato in marzo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Molteplici i rimandi alla visione eccentrica: dalle rappresentazioni anamorfiche, alla morfologia oculare variamente declinata, ai già menzionati lenticolari. La sente?Tutta la mostra è percorsa da una vibrazione sonora che parte da questo  quadro parlante, prosegue più avanti con un concerto per violino e orchestra di Stravinskij ed infine, in fondo alla sala si ode come un  mormorio marino. Un’onda acustica modulata che, per contagio sinestetico, trascolora in visione, con un richiamo erudito all’ ”onda dell’essere” di Merleau Ponty. Come nella ricerca di Boetti o di De Dominicis anche qui è presente una matrice esoterica…Cosa si intende? Parliamo delle fonti nascoste di tutte le religioni, di un bacino comune a tutte le tradizioni…Ci indica una serie di disegni dedicata a Paracelso ed un’altra al grande astronomo Keplero,  sensibile al milieu neoplatonico e pitagorico del suo tempo. Giungiamo in fondo al padiglione e non possiamo non soffermarci su una installazione d’atmosfera granguignolesca: l’artista ha realizzato un calco del proprio corpo e lo ha sezionato evidenziandone gli organi interni. Si direbbe una rivisitazione dell’antico sparagmòs, il rito dionisiaco dello smembramento, quale cruenta allegoria del processo creativo.
Luigi Capano
Mostra visitata il 26 febbraio
Dal 24 gennaio al 24 marzo 2019
Fosco Valentini, “Visionaria 1986-2019”
Mattatoio Padiglione 9A
Piazza Orazio Giustiniani 4, Roma 
www.mattatoioroma.it

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