14 marzo 2019

La Procura chiude le indagini sui falsi Modigliani di Genova. Ci sono tre nuovi indagati

 

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La Procura ha chiuso le indagini sul caso dei falsi Modigliani esposti a Palazzo Ducale di Genova, iscrivendo al registro degli indagati altre tre persone. Si tratta di Nicolò Sponzilli, direttore di Mondo Mostre Skira, Rosa Fasan, dipendente di Mondo Mostre Skira, e Piero Ottorino Martino Pedrazzini, collezionista e proprietario di una delle 21 tele sequestrate. 
I fatti risalgono all’estate del 2017, quando Carlo Pepi, collezionista etra i più insigni studiosi di Modigliani, si scagliò contro l’esposizione curata da Rudy Chiappini, ex direttore del Museo d’Arte di Lugano: «Ho avuto la disgrazia di vedere il catalogo della mostra del povero bistrattato Modigliani a Genova e come temevo, rarissime sono le opere di sua mano». La polemica avvampò immediatamente e la Procura di Genova aprì un’inchiesta, che inizialmente coinvolse il presidente di Mondo Mostre Skira, Massimo Vitta Zelman, il curatore della mostra, Chiappini, e Joseph Guttmann, art dealer di origini ungheresi, proprietario di metà delle 21 opere sequestrate, specializzato in arte fiamminga e Rinascimento italiano. Il procuratore aggiunto, Paolo D’Ovidio, fece analizzare i dipinti a tre esperte che, nella loro perizia, dichiararono che si trattava di tele «grossolanamente falsificate» sia «nel tratto» che «nel pigmento». Secondo i risultati delle analisi multispettrali, infatti, i colori utilizzati non esistevano prima degli anni Sessanta. La storia fece il giro del mondo, con tanto di rogatoria internazionale per acquisire maggiori informazioni e il coinvolgimento delle polizie di Stati Uniti, Gran Bretagna e Svizzera. Così, la mostra di Genova chiuse in anticipo e i visitatori ottennero il risarcimento del biglietto, attraverso l’operato della Assoutenti. 
Ora la Procura può finalmente chiudere le indagini e andare a processo, al quale dovranno figurare, quindi, sei persone. Sponzilli e Fasan, infatti, sono chiamati a rispondere a proposito di un documento con falso logo del Comune di Genova, «Apparentemente diretto alla Direzione generale archeologica belle arti del ministero per i Beni culturali e apparentemente a firma del direttore Cultura e turismo del Comune di Genova». Per Pedrazzini, invece, l’accusa è di contraffazione, così per gli indagati della prima ora, Chiappini, Guttmann e Vitta Zelman, che dovranno rispondere anche delle accuse di truffa e ricettazione.

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