26 marzo 2019

TEATRO

 
Silvio Orlando recita la piaga della solitudine sociale. Con una messa in scena magistrale
di Alessio Crisantemi

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I figli Alice, Riccardo e Maria sono arrivati la sera prima. Insieme al fratello Roberto. Per trascorrere insieme un fine settimana nella casa di campagna di Silvio. Nel villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Un isolamento che lo ha portato ad acquisire una serie di manie, tra le quali emerge la più importante: il fatto di non voler più camminare. O, meglio, di non volersi più alzare dalla sedia. Silvio vuole stare solo e seduto, il più possibile. Per questo i tre figli hanno deciso di provare a scuoterlo, per smuoverlo da questa posizione che è una metafora del suo stato mentale: che è quella di un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà. Una condizione che rappresenta una vera e propria patologia, che la scienza chiama: solitudine sociale. Ed è proprio questo il tema affrontato dalla pièce di Lucia Calamaro Si nota all’imbrunire, con Silvio Orlando e con Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini. In cui lo stesso Orlando è molto di più del protagonista, recitando un ruolo ricamato su misura rispetto alla sua persona e alle sue attitudini di attore. Grazie alla capacità di scatenare le empatie di ogni spettatore, per la sua resa assoluta al palco. e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare ri-questionamenti, emozioni ed azioni nel suo pubblico. In uno spettacolo – come spiega la regista – che “trova le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che io, personalmente, ho conosciuto anche troppo”. 
Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. E’ evidente dall’opera portata sul palco da Calamaro e in tournée in vari teatri d’Italia, nella quale viene rappresentata una famiglia normale e una storia di isolamento, nella quale emergono empatie, distanze e rese dei conti. I familiari di Silvio sono venuti a trovarlo per la messa dei dieci anni dalla morte della moglie. Ma nella testa di Silvio, in preda del suo isolamento, prevale una confusione tra desideri e realtà: pensando di dire frasi che in realtà non pronuncia, pur credendo di averlo fatto. Senza nessuno che ci smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come decidiamo che sia. Ma solo fino a un certo punto. 
Alessio Crisantemi
Si nota all’imbrunire
di Lucia Calamaro 
con Silvio Orlando 
e con Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini 
scene Roberto Crea 
costumi Ornella e Marina Campanale 
luci Umile Vainieri 
regia Lucia Calamaro
produzione Cardellino srl 
in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival- Napoli Teatro Festival Italia e Festival dei Due Mondi di Spoleto

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