22 marzo 2019

Nuove luci sulla Valise di Marcel Duchamp, restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure

 

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A Firenze, l’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro ha presentato Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise) di Marcel Duchamp, in mostra a fine settembre di quest’anno al Guggenheim di Venezia: una valigetta Louis Vuitton contenente 69 pezzi, tra riproduzioni e miniaturizzazioni delle sue opere fino al 1941, con dedica all’amica Peggy Guggenheim.
Continua il dialogo tra l’Opificio fiorentino e la Collezione Guggenheim di Venezia, che già nel 2013 collaborarono per il restauro di Alchimia, di Jackson Pollok. «Ogni intervento è un progetto di ricerca» e questa «è una collaborazione strategica e fondamentale» ha detto il soprintendente dell’Opificio, Mario Ciatti. E contraddice chi crede che l’Opificio sia solo al servizio dell’arte antica: «Finché l’arte si esprime con manufatti tradizionali, il bagaglio tecnico che ha Opificio per l’arte antica, può essere utilmente impiegato», del resto, solo la tecnica può supplire al fragile assemblaggio di certe opere d’arte contemporanea.
Cecilia Frosinini, Direttore del Settore Materiali Cartacei e Membranacei, che si sta occupando del restauro dell’opera di Duchamp, nota una somiglianza tra l’opera di Duchamp e il Codice Resta – detta galleria portatile – in cui l’ideatore incollò disegni dal ‘300 al ‘700 di grandi maestri, per stilare un documento della vita del disegno italiano; questo potrebbe essere il suo «Versante classico», nota la Frosinini, anche se «Qui siamo nella riproducibilità dell’opera d’arte e c’è anche un volersi accreditare con il collezionista». Di questo museo portatile, infatti, ne esistono 312 versioni e ognuna con un originale dipinto a mano.
«Un’opera chiave di Duchamp anche se risale al ’41» quando aveva già smesso di dipingere, ha detto Karol P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggheneim. Boîte-en-Valise comprende riproduzioni come Il Grande Specchio, Fontana e le prime opere cubiste sui generis, composte da 11 materiali diversi e di scarsa fattura: la loro delicatezza fa stare ancora l’opera sul tavolo degli esperti dell’opificio. (Achille Falco)

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