27 marzo 2019

Due artisti tedeschi per inaugurare la sede di Fondazione Coppola al Torrione di Vicenza

 

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Un torrione del Trecento, simbolo potente della storia di Vicenza, che una volta segnava e ancora oggi identifica l’ingresso ovest della città, diventa uno spazio dedicato all’arte contemporanea. Il progetto nasce per volontà del mecenate e imprenditore Antonio Coppola, che ha acquistato e donato il Torrione medievale al Comune di Vicenza in cambio di un usufrutto di trent’anni. 
Dopo un meticoloso lavoro di restauro a cura dello studio UP3 Architetti Associati, condotto sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza, il monumento può tornare alla città, con la forma e la funzione di un polo per l’arte contemporanea. Fondazione Coppola presenta la sua nuova sede espositiva con “La Torre”, doppia personale curata da Davide Ferri che porta in Italia, per la prima volta, le opere degli artisti tedeschi Neo Rauch (Lipsia, 1960) e Rosa Loy (Zwickau, 1958). L’esposizione aprirà il 5 maggio e si articolerà attraverso i sei piani del complesso medievale, istituendo un dialogo non solo tra le poetiche dei due artisti ma anche con le peculiarità dell’architettura storica. Le opere, infatti, realizzate appositamente per questa occasione e figurativamente assimilabili all’immaginario archetipico, sono state pensate in relazione con la stratificazione storica e simbolica degli spazi. 
L’esperienza di Rauch e Loy è strettamente legata alla città di Lipsia dove, dall’inizio del Novecento fino agli anni Duemila, è stata attiva una importante Scuola di Pittura, che ha formato diverse generazioni di artisti tedeschi. Rauch, in particolare, ha rivestito un ruolo cruciale negli anni immediatamente successivi alla fine della DDR. L’artista ha rielaborato il suo linguaggio figurativo attraverso la contaminazione di diverse culture, dalle illustrazioni dei manifesti di propaganda della Germania Est, alla cultura Pop, dal realismo nervoso di Max Beckmann e Otto Dix, alle prospettive allucinate dei maestri rinascimentali come Tintoretto e Rubens. Apparentemente più distesa ma altrettanto onirica, è la ricerca di Rosa Loy: al centro dei suoi dipinti c’è sempre la figura del doppio femminile e del doppelgänger, in una relazione enigmatica e spesso sordidamente violenta tra due figure che si muovono all’interno di un paesaggio intimo e famigliare, dentro una casa o un giardino. 
In home e in alto: Foto Francesco Castagna

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