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Sono quelle notizie che sembrano un po’ irreali. Anche perché lei, Agnés Varda, l’avevamo vista pochi mesi fa – in tour in Italia – grazie al suo film con l’artista JR, Visages Villages. Eppure Varda, decana del cinema francese e tra le prime donne registe, aveva 90 anni e quasi nemmeno ce ne eravamo accorti. La Maestra della Nouvelle Vague invece è scomparsa oggi e a darne notizia è stata la famiglia.
Nata a Ixelles, all’epoca sobborgo di Bruxelles, con il nome di battesimo Arlette, ha raccontato nei suoi film le complessità dell’animo femminile e dei rapporti di coppia. Amica intima di Jim Morrison, conosciuto a Parigi nel 1970, vicina a François Truffaut e Jean-Luc Godard, nel 1965 vinse l’Orso d’Argento al Festival di Berlino, con il film Le Bonheur, grazie al quale riuscì a ottenere grande visibilità, sia in Europa che negli Stati Uniti. Poi, nel 1985, il Leone d’Oro a Venezia per il film Senza tetto né legge (Sans toit ni loi). Due anni dopo – solo per citare qualche esempio – era riuscita a restituire un’immagine “differente” a Jane Birkin che, appena superati i quarant’anni, stava vivendo un brutto momento dal punto di vista professionale. Una capacità rara, quella di Varda, di entrare nella vita delle persone che le sono state vicino attraverso il cinema: dopo la morte del marito, il regista Jacques Demy avvenuta nel 1990, la regista girò tre film in suo onore: Garage Demy, Les demoiselles ont eu 25 ans e L’univers de Jacques Demy.
Poi, il sodalizio con JR, i loro 55 anni di differenza e quel tour della sterminata provincia francese alla ricerca di storie di straordinaria quotidianità. A bordo di un furgone-macchina fotografica hanno “dato all’eternità” i volti di minatori, cameriere, scaricatori di porto, operai, un’allevatrice di capre, un artista clochard.
In ultimo, presentato alla Berlinale, Varda par Agnès – Causerie, una sorta di autobiografia in forma di documentario. Senza dimenticare un Oscar alla Carriera, nel 2018.
Buon viaggio Agnés.