30 marzo 2019

Riletture di Gio Ponti all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma. Primo capitolo

 

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Ha aperto ieri, all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, in partnership con Konstfack-University of Arts, Crafts and Design, “Shoegaze”, mostra di Lisa Grip (1988, Stoccolma) e Danae Valenza (1985, Adelaide), a cura di Vasco Forconi. L’esposizione rientra in un più ampio progetto diviso in quattro tappe che porteranno artisti italiani e svedesi, nel corso dell’anno, a dialogare con l’edificio progettato da Gio Ponti. Inaugurato nel novembre del 1958, è ancora oggi decorato con mobili e accessori firmati dal grande designer, come la famosissima sedia Superleggera. 
Il titolo del progetto è un riferimento alla omonima sottocultura musicale che si sviluppò nei tardi anni ’80 in Inghilterra, a indicare un movimento che, nonostante la breve vita, riuscì a resistere alla dittatura spettacolarizzante del mercato della musica. 
La grande finestra disegnata da Gio Ponti, punto di transizione visiva e funzionale tra l’interno e l’esterno del palazzo, diventa il dispositivo che gli artisti sono invitati ad attivare, con la produzione di nuove opere, che riflettono sulle nozioni di pubblico e privati, voce e timidezza, performatività e fragilità. 
In questo primo capitolo, Lisa Grip e Danae Valenza sono intervenute nello spazio circostante la finestra, con due lavori separati, rispettivamente un paesaggio visivo e sonoro, originato da un lungo dialogo tra le due artiste che, già in altre occasioni, hanno lavorato in team con collettivi e persone. 
Con la sua installazione, Grip, che spesso lavora con la fotografia analogica e il film, capovolge la funzione della finestra di Ponti, proponendo un’immagine in larga scala di un enigmatico paesaggio tanto naturale quanto astratto. Nello spazio di fronte alla finestra, invece, Valenza perfomerà un’opera sonora, ottenuta mixando e arrangiando frammenti di canzoni preesistenti e di suoni raccolti da diverse fonti. 

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