03 giugno 2019

Il restauro della Cappella Sistina

 

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Tra il 1980 e il 1994 il Vaticano realizzò il noto restauro della Cappella Sistina. Durante i quattordici anni di lavoro vennero riportati alla luce particolari e colori degli affreschi che erano rimasti nascosti per secoli, ma, quando il progetto terminò nel 1994, ne iniziò uno nuovo: la cosiddetta “conservazione preventiva” delle opere.
In uno speciale dietro le quinte, il  Wall Street Journal ha documentato le operazioni di monitoraggio portate avanti da un team specializzato per assicurarsi che il famoso tesoro vaticano non venga minacciato dai potenziali agenti contaminanti portati dalle orde di turisti.
Per preservare la volta di Michelangelo, è stata installata un tipo di illuminazione a LED che non emette raggi UV e non sbiadisce i dipinti, mentre la temperatura è mantenuta rigorosamente tra i 22 e i 24 gradi celsius da uno speciale sistema HVAC, donato nel 2014 dalla Carrier Corporation. Per tenere fuori le impurità invece, quattro diffusori portano e tirano fuori l’aria. Di notte, i membri del personale rimuovono tutta la polvere, che viene analizzata per rilevare batteri o funghi.
Ma, nonostante tutti gli sforzi, la contaminazione avviene comunque: i sette milioni di visitatori che ogni anno entrano nella cappella producono una grande quantità di anidride carbonica che reagisce con gli affreschi e crea una patina biancastra, quasi invisibile, che si deposita sulla superficie pittorica. Il personale pulisce regolarmente gli affreschi e rimuove questo strato utilizzando una macchina simile a una gru. Qui di seguito, alcune foto delle operazioni degli interventi di cura e manutenzione di uno dei capolavori del Vaticano.

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