02 aprile 2019

Teresa Maresca all’Acquario Civico, Milano

 

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All’Acquario Civico di Milano inaugura questa sera, 2 aprile, la personale di Teresa Maresca “Song of Myself”, a cura di Raffaella Resch, che presenta nella loro interezza due cicli pittorici dell’artista. Parte del percorso espositivo è collocata al piano terra dell’edificio, i cui locali rinnovati riaprono in quest’occasione. 
L’artista, in merito alle opere e alla mostra, così ci ha raccontato: «L’idea è nata da alcuni poemi di Walt Whitman, i cui temi calzavano perfettamente con quello che volevo dire: l’enorme importanza della natura e la possibilità di una vita in simbiosi con e non contro di essa. Ho scelto un tema classico, i bagnanti, attorno a loro c’è una natura arborea e acquatica, come nei grandi parchi di Mendicino, in California. La pianta ellittica dell’Acquario Civico, che è visibile nella sua totalità solo nel Giardino d’inverno, dove espongo, era perfetta per questo lavoro, perciò ho deciso di allestire direttamente sui muri perimetrali, per non annullare la geometria del luogo. L’ellissi ha due fuochi, e il suo percorso è chiuso. Non un centro, ma due, l’uomo e le sequoie, l’uomo e la natura. Non avrebbe potuto esserci forma migliore per un discorso circolare come quello che lega l’uomo alla natura e ritorna ancora all’uomo».   
Sempre all’Acquario, per l’art week milanese, domenica 7 aprile alle ore 11.00, all’interno della mostra si svolgerà l’evento speciale “Song of Myself, reading per Walt Whitman” in cui Roberto Mussapi leggerà alcune poesie da “Foglie d’erba” di Walt Whitman e i poeti Maurizio Cucchi, Stefano Bortolussi e Gabriela Fantato leggeranno le loro poesie dedicate alle opere di Teresa Maresca.
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Raffaella Resch.
Come è nata la mostra? 
«”Teresa Maresca. Song of Myself” è un progetto site specific che si rapporta strettamente all’Acquario, le cui caratteristiche architettoniche e funzionali offrono stimolanti spunti per la riflessione sul rapporto uomo – arte – natura. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e collocata nel periodo di Art Week, intreccia in questo affascinante museo vivente un percorso fatto di consonanze immediate ma anche di sorprendenti affondi, muovendosi dal piano terra dell’edificio, i cui locali rinnovati inaugurano con noi, e il giardino d’inverno sul tetto».
Come è articolato, in sintesi, il percorso espositivo?
«Si parte con “Swimming Pools”, serie di otto pitture del 2008, la cui ispirazione diretta è l’ambiente antropizzato delle megalopoli americane, dove opulente piscine sembrano mettere “a nudo” il fallimento del sogno americano di benessere e felicità per tutti. Il racconto di John Cheever “Il nuotatore” (1964) e il film “Un uomo a nudo” (“The Swimmer”, 1968 regia di Frank Perry) con Burt Lancaster da cui è tratto, sono le letture in sottotraccia che compongono la meditazione di Maresca, proposte nel video d’artista (realizzato da Pupillaquadra) visibile nel monitor di sezione. Il percorso successivo, attraverso la sala vasche – uno sbalorditivo salone ellittico i cui muri e il soffitto sono costituiti da vetrate, unici diaframmi tra la nostra dimensione da quella acquatica – è idealmente preparatorio alla visione delle opere poste all’ultimo piano, la serie di diciotto pitture del 2017 “Song of Myself”. Le opere raffigurano possenti figure maschili che incedono nelle acque di un fiume, sotto la fatata aura della luna, tra alberi millenari colorati dei riflessi dell’astro notturno». 
Quale è il rapporto di queste opere con la poesia di Walt Whitman?
«Il ciclo trae il motivo ispiratore dal corpo del poema “Song of Myself” di Walt Whitman. Si tratta dell’undicesimo “poem”, dedicato a “Ventotto giovani”: la lirica è un canto dove la prima persona, l’Io e il Sé, è il soggetto narratore, il punto di vista attraverso cui l’intero concerto della natura e del mondo circostante viene percepito, rendendo così a pari merito protagonisti l’uomo e l’universo in cui egli vive, universo fatto di vita materiale e sociale al tempo stesso. Maresca, che ha già fatto proprio questo approccio fin dalle sue prime opere, trova qui modo di sviluppare appieno i suoi accenti lirici e panici, con una pittura di grande impatto, dove per la prima volta appare una figura umana “reale”». 
Può riassumerci, in estrema sintesi, la ricerca di Teresa Maresca?
«Ogni tela di “Song of Myself” reca come epigrafe un verso di Whitman, che risuona come un canto tra le mura dell’edificio: la “canzone” di Teresa Maresca, la “canzone di se stessa” rivela i motivi più profondi della sua produzione pittorica, sempre incentrata sul ruolo dell’individuo in un universo, dove fin dai primordi la natura è compartecipe della storia dell’uomo. L’uomo nell’ambiente in cui vive è l’unità di senso del lavoro di Maresca. È l’attore uscito di scena dalle storie urbane, dove ha impresso la sua presenza in modalità che hanno fatali e tangibili conseguenze. È l’abitatore nascosto delle sfavillanti piscine di ville americane. È il coro che si unisce nella celebrazione della luna notturna dei poemi di Whitman. 
E così il visitatore, l’osservatore delle potenti suggestioni pittoriche di Maresca e delle meraviglie naturali poste nelle vasche, riuscirà a trascorrere dall’atto della contemplazione a quello della consapevolezza del rapporto armonico, simbiotico tra l’uomo e la natura». (Silvia Conta)
Teresa Maresca
“Song of Myself”
A cura di Raffaella Resch
Dal 3 aprile al 5 maggio 2019
Acquario Civico di Milano
Viale G. Gadio 2, Milano (MM2 Lanza)
Opening: 2 aprile 2019, alle 18.00
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 17.30 (lunedì chiuso)
www.acquariocivicomilano.eu, c.acquario@comune.milano.it
 

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