03 aprile 2019

KURA LAMBRATE

 

di

KURA.
c/o Fonderia Artistica Battaglia
Via Privata Oslavia, 17
k-u-r-a.it
L’isola dei Baci
Than Hussein Clark
03.04 > 20.06.2019
Opening 03.04, H 18:30 >
Galleria Massimo De Carlo – MDC
massimodecarlo.it
Milano / Belgioioso
Palazzo Belgioioso – Piazza Belgioioso, 2
Eclipse
Jennifer Guidi
03.04 > 18.05.2019
Opening 03.04, H 19:00 > 21:00
Milano / Lombardia 
Viale Lombardia, 17
In collaboration with Francesco Bonami
MCMXXXIV
Group show
> 18.05.2019
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La mappa Milano Art to Date di Untitled Association presenta i più interessanti appuntamenti dedicati all’arte contemporanea durante Miart e la settimana del design milanese. Reperibile nell’ultimo numero di Exibart on paper (104) presso Miart e “Infomilano” in Galleria Vittorio Emanuele II, il pieghevole segnala per la giornata di oggi l’apertura di KURA. nei nuovi spazi di Fonderia Artistica Battaglia nel complesso industriale di via Oslavia 17 a Lambrate e in due sedi della Galleria Massimo De Carlo: Palazzo Belgioioso e Viale Lombardia 17.
Il primo appuntamento del pomeriggio è quello al civico 17 di via Oslavia, dove alle 18.30  KURA. presenterà l’inaugurazione de “L’isola dei Baci”, personale dedicata all’artista inglese Than Hussein Clark. L’isola dei Baci è il titolo di un breve romanzo erotico partorito dalla penna del padre del futurismo Filippo Tommaso Marinetti nel 1918 e ambientato all’isola di Capri attorno ad un gruppo di benestanti avventurieri, di colti omosessuali con sedicenti ideali di bellezza e misoginia che a uno spirito di apparente leggerezza contrappongono un senso di inquietudine premonitoria, alle origini di quella cultura reazionaria che avrà nell’Italia fascista esiti radicalmente vessatori. Clark, profondo conoscitore ed appassionato di letteratura antica, teatro e storia del costume, abbraccia questo incipit e ne disfa le fila sino a creare una ben più ampia orchestrazione di riferimenti, angolazioni e scene che hanno luogo simultaneamente, senza alcuna censura spazio-temporale, filologica o storica.
L’ampio spettro di opere esposte, con lavorazioni artigianali in tarsia, bronzo ed oreficeria, è messaggero di un tempo di rappresentazione che diviene sincopato: scene successive vengono mostrate in sequenza e sullo stesso piano, a ricordare la classica composizione rinascimentale ma al tempo stesso la componente cinematografica, dove il senso del reale viene via via avvolto dalla costruzione spazio-temporale di un film. È così che le diverse inquadrature diventano riferimenti a luoghi ed epoche tra loro distaccate, lontane: Capri trova la sua trasposizione nella lontana isola di Taprobane in Sri Lanka, il clima mediterraneo acquista un’umidità tropicale, i volti minacciosi che animano la scena trovano spazio tra quelli familiari all’artista. Tutto è avvolto da un’angoscia stagnante e da un’aura di attesa, di attenta partecipazione, anticipazione del clima culturale di odio e intolleranza latente che sarebbe scoppiato in Italia con le leggi razziali del ’38.
Proseguendo nel percorso selezionato da Art to Date, l’incontro tra fascinazione, mistero e curiosità che permea la ricerca artistica di Clark, lascia ora spazio all’armonia quasi terapeutica dell’opera di Jennifer Guidi, la cui personale, “Eclipse,” viene inaugurata questa sera alle ore 19 presso la sede di Piazza Belgioioso 2 della Galleria Massimo De Carlo. Le grandi tele della pittrice californiana invaderanno così le sale permeandole dei loro colori saturi attraverso composizioni astratte che creano nuove forme di interazione con lo spazio che le accoglie, rendendo la visita una vera e propria esperienza sensoriale. Tra le pieghe dello studio artistico di Jennifer Guidi si respirano le influenze di Turner, così come dei Concetti Spaziali di Lucio Fontana o degli Infinity Net della giapponese Yayoi Kusama, ma si è anche pervasi dalla consapevolezza di come il talento dell’artista americana sia stato in grado di volgere tutto questo in una tecnica e in un linguaggio estremamente personali, che rendono sfocato il confine tra pittura e scultura e fondono ritmicità e delicatezza, tanto da darci l’impressione di essere di fronte ad una tela capace di respirare.
La proposta di Massimo De Carlo per la venue di viale Lombardia vede, invece, l’esibizione collettiva “MCMXXXIV”, realizzata in collaborazione con Francesco Bonami. Essa si pone l’obiettivo di sviscerare il dualismo caratteristico dell’evoluzione storica in Italia: da un lato, la componente più concreta e pragmatica della prospettiva fattuale e, dall’altro, quella riferita ad una dimensione più domestica e borghese.
Il 1934 rappresenta un anno drastico per le sorti dell’Europa, che tra gli eventi più destabilizzanti vanta il consolidamento del potere di Mussolini in Italia e la figura di Hitler quale Führer in Germania. Forte dell’onestà intellettuale di non poter racchiudere in otto sale le molteplici tragicità di un anno tanto significativo, “MCMXXXIV” attraversa delicatamente il tema della duplicità del tempo attraverso la commistione tra opere di artisti contemporanei quali, tra gli altri, Thomas Grünfeld, Richard Prince o Maria Lai e sculture realizzate durante il periodo di costruzione di Casa Corbellini-Wasserman, sede della galleria stessa, come quelle di Adolf Wildt. Tra le mura di via Lombardia viene così a crearsi un singolare portale extra temporale dove il contemporaneo intraprende un dialogo che si snoda su due sentieri: quello con l’architettura definita e vigorosa dello spazio in cui le opere sono esposte e, al tempo stesso, quello che coinvolge gli oggetti che potenzialmente sarebbero potuti esistere all’epoca della sua costruzione.

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