07 aprile 2019

Com’è andata Miart? Giro di domande tra gli espositori della fiera milanese

 

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Nei giorni in cui si svolge Miart, si sa, un tripudio di appassionati, compratori, curiosi e addetti ai lavori dà origine a quella connotazione specifica di evento da non perdere. Per le Gallerie, la partecipazione alla fiera di Milano rappresenta un’occasione significativa dal punto di vista non solo finanziario ma anche dal quello artistico e culturale. In questo clima di fervore e anche di disordine, abbiamo fatto qualche domanda in giro.
«Penso sia una fiera di respiro internazionale che risponde alle aspettative e che soprattutto negli ultimi anni è cresciuta molto», ci ha detto Paola Verrengia, della Galleria Verrengia di Salerno, che crede nelle opportunità di manifestazioni del genere. «Credo che all’interno del mercato dell’arte italiano ci siano diversi problemi, ma appuntamenti come Miart possono essere attrattori capaci di attirare una clientela variegata, italiana e straniera. Quest’anno abbiamo avuto un buon interesse da parte del pubblico straniero anche grazie a Miart, in particolar modo persone provenienti dalla Germania forse anche per la tematica affrontata in questa edizione della fiera, una rievocazione storica di quel che fu la dOCUMENTA 5 di Kassel diretta da Harald Szeemann nel 1972. Quest’ultima celebrata attraverso l’occhio di Elisabetta Catalano che nei suoi scatti mostra anche personalità celebri come Leo Castelli, Lucio Amelio, Achille Bonito Oliva, Claes Oldenburg, Mario Merz e tanti altri». Per Corrado Folinea, di Acapella Gallery, Napoli, «Miart è una fiera in forte crescita, così come tutta la città di Milano che si rafforza sempre di più, ricevendo attenzione mediatica anche grazie all‘assidua frequentazione di un pubblico che continua ad aumentare, credo sia chiara l’ascensione di Miart da questo punto di vista». A questo punto, si può considerare Miart come un acceleratore per il mercato italiano, «La cosa fondamentale e che si inizia a creare un collezionismo italiano, fatto anche da giovani collezionisti che vengono spinti all’acquisto. Comprare dunque non solo per “arredare” ma proprio come atto del “collezionare”. Questo concetto non credo si possa insegnare ma sicuramente le fiere come Miart aiutano a spingere verso la riattivazione della figura del collezionista». Italiani ma anche stranieri, particolarmente attratti dal made in Italy. «Milano è un grande attrattore per tutti i Paesi esteri, basti pensare a grandi gallerie oggi presenti in fiera come Hauser & Wirth, quindi sicuramente l’attrattiva c’è ed è più che importante. Però credo che non bisogna puntare esclusivamente a far arrivare investitori e compratori dall’estero, perché questo non è che fa sempre benissimo all’Italia, anzi si potrebbe puntare ad agevolare la presenza di galleria italiane anche giovani che cercano di non mancare mai a questo tipo di appuntamento». 
«Credo che Miart abbia spiccato il volo, nel senso che anche la cura, la selezione effettuata da Rabottini porti la fiera al top di livello europeo e non solo, e lo dimostra il fatto che grandissime gallerie abbiano scelto di essere qui a Milano. Trovo quest’edizione della fiera di una bellezza e di un’importanza veramente incredibile», ci ha confidato Gianpaolo Paci, di Paci Contemporary, Brescia/Porto Cervo. «Miart ormai sta raggiungendo una maturità a livello internazionale, noi stessi vediamo arrivare clienti dalla Francia, dalla Svizzera e quindi automaticamente questo fa sì che il mercato italiano possa allinearsi alle richieste che vediamo sul piano internazionale. Siamo stati invitati per questa edizione dopo non esserci stati nelle ultime, poiché trattando di fotografia abbiamo avuto sistematicamente la concomitanza negli scorsi anni di una importante fiera dedicata esclusivamente alla fotografia che si tiene a New York. Quest’anno siamo molto felici dell’invito di Rabottini e abbiamo pensato che fosse il momento giusto per essere presenti a Milano». 
«Miart è una fiera che sta crescendo moltissimo in questi ultimi anni, noi come Galleria Contini sono più di vent’anni che partecipiamo e l’abbiamo vista sicuramente crescere fino a diventare la più grande fiera italiana, vista anche la presenza di un bel pubblico italiano e straniero, sia come gallerie sia proprio come collezionisti», ha commentato Riccarda Contini, di Galleria Contini, Venezia/Cortina d’Ampezzo. «Questa edizione è sicuramente molto ben organizzata su tutti i livelli, è stata effettuata una buona selezione di gallerie, gli stand sono tutti ben curati con delle belle esposizioni, e come ho già detto è presente un bel pubblico». (Emanuele Castellano)

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