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Si sono dati appuntamento al Centre Pompidou i principali musei di arte moderna e contemporanea per discutere il tema “L’Europe des Musées. Pour une contribution des musées d’art moderne et contemporain au devenir de l’Europe”. Direttori, artisti e ricercatori hanno analizzato come i musei siano coinvolti e che parte possano giocare nel futuro dell’Europa.
Populismo, nazionalismo, sovranismo, tensioni autoritarie e sfiducia nelle istituzioni sono gli ingredienti con i quali l’Europa si affaccia alle elezioni di quest’anno, con la Brexit all’orizzonte: le tensioni che attraversano il continente sembrano rimettere in discussione l’idea stessa di un destino comune ai cittadini europei. Questo dibattito non può essere estraneo ai musei di arte moderna e contemporanea, che hanno la duplice missione di trasmettere un patrimonio culturale attraverso le loro collezioni e di accogliere artisti che esplorano le tematiche del nostro tempo. I musei possono contribuire a esprimere una sensibilità europea, radicata nella storia e adattata alle sfide di oggi.
Hanno aperto i lavori Serge Lasvignes, presidente del Centro Pompidou e Bernard Blistène, direttore del Museo nazionale d’arte moderna del Centro Pompidou. Wolfgang Tillmans artista visivo e fotografo, ha parlato delle sue iniziative per opporsi alla Brexit e in difesa dell’Unione europea. La nostra Carolyn Christov-Bakargiev (Castello di Rivoli – Museo di arte contemporanea, Torino, Italia), Alistair Hudson (Manchester Gallery, Manchester) e Bernd Scherer (House of World Culture, Berlino) hanno analizzato le ragioni per cui la crisi che attraversa l’Unione europea influenzi la vita delle loro istituzioni e hanno discusso su come i luoghi dell’arte contemporanea e moderna possano lavorare insieme per liberarsi dei vincoli che ne limitano le attività.
Lo spazio europeo è pieno di giochi di alleanze, rivalità o confronto. Marina Fokidis (Kunsthalle di Atene), Charles Esche (Van Abbemuseum, Eindhoven), Suzanne Cotter (Museum of Modern Art Grand-Duc Jean, Lussemburgo) e Małgorzata Ludwisiak (Centro per l’arte contemporanea del castello di Ujasdowski, Varsavia) hanno cercato di rispondere alla domanda su come questa pluralità di prospettive trovi eco nella vita dei musei.
A conclusione della giornata, Manuel Borja-Villel (Museo Reina Sofia, Madrid) e Bernard Blistène (Museo Nazionale d’Arte Moderna, Centre Pompidou) hanno analizzato quali siano le azioni necessarie per concretizzare il coinvolgimento dei musei nel dibattito europeo e hanno ipotizzato collaborazioni future all’interno della rete delle istituzioni europee, tra cui “L’Europa dei musei” è il primo passo. (Asia Ruffo di Calabria)