18 aprile 2019

Un concorso internazionale di architettura per costruire la nuova guglia di Notre Dame

 

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Edouard Philippe, Primo Ministro della Francia, ha ufficialmente lanciato il concorso internazionale di architettura per ricostruire la guglia della cattedrale di Notre-Dame, andata persa nel corso del terribile incendio del 15 aprile. L’annuncio è stato dato nel corso di una riunione del Consiglio dei Ministri, incentrata sui lavori di ricostruzione e di restauro della chiesa. Philippe ha confermato che l’obiettivo sarà quello di ridare all’edificio una guglia «in linea con le tecniche e le sfide dei nostri tempi». 
Dunque, probabilmente non si tratterà solo di un revival o di una ricostruzione pedissequa ma di una interpretazione, aperta forse anche al contemporaneo. Particolari più precisi sui termini del concorso non sono ancora emersi ma è facile immaginare che la responsabilità del lavoro sarà piuttosto elevata, considerando che la precedente guglia, alta 45 metri e dal peso di circa 750 tonnellate, fu eretta nel 1860 su progetto di Eugène-Emmanuel Viollet le Duc e non si trattò di una passeggiata. 
L’architetto francese, tra i più influenti della sua epoca, era fautore del restauro stilistico e integrativo, una impostazione critica e pratica opposta a quella espressa, nello stesso periodo, da John Ruskin, portavoce della fazione purista e conservatrice. Sotto pressione di intellettuali e artisti, tra i quali Victor Hugo, nel 1842 Viollet le Duc fu scelto per effettuare i restauro sulla Cattedrale di Notre Dame. Il progetto era di ripristinare l’aspetto medioevale ritenuto originario, uniformando gli stili e eliminando gli elementi architettonici apposti successivamente. I restauri interessarono quindi tutta la struttura, dalle vetrate agli archi rampanti e la flèche, la guglia, risalente al XIII secolo e andata distrutta nel 1792 nel corso delle sommosse dela Rivoluzione, venne totalmente ricostruita. Le polemiche non si fecero attendere, da un lato si criticò l’eliminazione degli interventi non ritenuti “originali”, dall’altro le integrazioni furono ritenute fin troppo arbitrarie. 
Adesso, c’è di nuovo bisogno di agire ed Emmanuel Macron ha promesso che la cattedrale sarà ricostruita entro cinque anni ma gli esperti di conservazione sono stati chiari sull’eventualità di tempi molto più lunghi. L’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, ha ringraziato i sostenitori di tutto il mondo e ha incoraggiato i fedeli a guardare al futuro. Messaggio di solidarietà è arrivato anche da Papa Francesco, che ha riconosciuto il valore non sono religioso ma anche civile di Notre Dame. Che, a questo punto, conserverà anche un segno della nostra epoca.

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