30 aprile 2019

Spaziale Fontana, a Londra

 

di

Oltre il mondo conosciuto, una nuova dimensione artistica sospesa nello spazio e nel tempo, uno scontro/incontro tra tradizione e innovazione. 40 opere di artisti come, tra gli altri, Lucio Fontana, Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani saranno presentate in occasione di “Spaziale”, mostra in esposizione negli spazi della londinese Opera Gallery, galleria diretta da Federica Berretta, a rappresentare il movimento che portò al superamento delle precedenti correnti d’arte, lo Spazialismo. Il progetto, visitabile dal 17 al 29 maggio, è realizzato in collaborazione con l’Ambasciata Italiana a Londra.
«Le idee non si rifiutano, germinano nella società, poi pensatori e artisti le esprimono», confessava Lucio Fontana (Rosario, 1899 – Comabbio, 1968), fondatore del movimento Spazialista. Artista alla costante ricerca di una forma di espressione avanguardista, nel 1927 si iscrisse all’Accademia di Brera, a Milano, dove subì l’influenza di Adolfo Wildt, suo professore dell’epoca. «Dal grande maestro Wildt, ero considerato l’allievo migliore del corso. Appena uscito dall’accademia, a dispetto della sua volontà che mi vedeva continuatore della sua arte, ho preso una massa di gesso, le ho dato approssimativamente la figura di un uomo seduto per poi gettargli addosso del catrame. Quello che mi interessava davvero era trovare una strada tutta mia», è così che Fontana dà principio alla sua arte, scatenata da una «reazione violenta», come ammetterà più tardi. Nasce, da questo punto di avvio, una delle opere più importanti del suo primo periodo: L’uomo nero del 1930 (oggi andata perduta). Tuttavia, gli anni nei quali si avvicina ad altri artisti astratti del suo medesimo calibro sono maggiormente chiarificatrici per il suo avvicinamento allo Spazialismo. È, difatti, tra il 1940 e il 1947 che scrisse Il manifesto blanco, il cui punto focale è il superamento delle regole conosciute, per inoltrarsi nei poderi di un’arte al passo con lo spirito nuovo. Sempre nel 1947, assieme a Milena Milani, Giorgio Kaisserlian e Beniamino Joppolo, dà vita al Primo Manifesto dello Spazialismo, germogliato dalla brama di passare, dal bronzo o dal gesso, alla pura immagine aerea, eterna, universale e sospesa. Seguono, nel 1951, il Manifesto Tecnico dello Spazialismo e nel 1952 il Manifesto del movimento spaziale per la televisione. La corrente dello “Spazialismo”, nel corso dell’ultimo periodo, ha assunto notevole rilevanza, tanto da contare il 63% dei collezionisti di Lucio Fontana solo nel Regno Unito. 
Di pari passo all’importanza della suddetta corrente, è andato anche il prezzo delle sue opere, in ascesa del 40%, stando alle stime degli ultimi due anni (fonte: Artprice). Dare spazio a Lucio Fontana è, certamente, il primo passo per riscoprire l’originalità di una corrente che, come scopo, ha sempre avuto quello di “andare oltre” il conosciuto. (Carlotta Casolaro)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui