06 maggio 2019

Roman Opałka tra Milano e Venezia

 

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Milano e Venezia si uniscono in un doppio omaggio a Roman Opałka (1931-2011) con “Dire il tempo”, progetto espositivo in due capitoli, a cura di Chiara Bertola: l’artista franco-polacco, scomparso nel 2011, è protagonista di due mostre complementari ideate e realizzate da BUILDING e dalla Fondazione Querini Stampalia, in occasione della 58ma edizione della Biennale Arte di Venezia. Il 4 maggio è stato inaugurato il primo capitolo del progetto, sui quattro piani della Galleria Building, a Milano, mentre oggi, 6 maggio, aprirà al pubblico la seconda parte della mostra, nelle sale della Fondazione Querini Stampalia, a Venezia, in cui opere di Roman Opałka e di Mariateresa Sartori (1961, Venezia), artista che con Opałka aveva intessuto un’amicizia, saranno poste in relazione tra loro e con quelle delle collezioni antiche dell’istituzione.
Un momento particolarmente significativo del capitolo della mostra veneziana sarà segnato dalla possibilità di vedere riunite per la prima volta l’Alfa e l’Omega del progetto “OPALKA 1965/1-∞”, con primo e l’ultimo dei “Détali”.
Abbiamo posto alcune domande sul progetto espositivo a Chiara Bertola, curatrice della mostre e della Fondazione Querini Stampalia.
Come sono nate le due mostre parallele dedicate a Roman Opalka? 
«Roman Opalka è un artista che da sempre ha colpito il mio interesse, ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona e frequentarlo insieme a sua moglie Marie Madelaine, quando nel 1994 ho esposto alcuni suoi lavori nella sezione che ho curato all’interno del progetto di Achille Bonito Oliva: “Preferire di no” al Museo Correr. Successivamente ho conosciuto Moshe Tabibnia e abbiamo condiviso il desiderio di dedicare a Roman Opalka una grande mostra». 
Che rapporto c’è tra la mostra di Milano, da BUILDING, e quella a Venezia, alla Fondazione Querini Stampalia?
«Entrambe le mostre sono incentrate sul programma “OPAŁKA 1965 / 1-∞”, al quale l’artista ha dedicato gran parte della propria esistenza, nel tentativo di rappresentare lo scorrere del tempo e di circoscrivere l’infinito entro forme visibili e misurabili. Il programma di Opalka viene presentato in modi diversi all’interno dei due capitoli, anche per le caratteristiche differenti che offrono i due spazi. A Milano, siamo dentro uno spazio ascensionale, che si sviluppa nei quattro piani di BUILDING; qui si tratta di un percorso che porta a conoscere la ricerca di Opalka oltre l’anno fatidico dell’inizio del suo programma, attraverso opere realizzate prima del 1965. A Venezia invece abbiamo dovuto tenere conto della natura dello spazio della Fondazione Querini Stampalia, che ha richiesto una diversa presenza. Avevo a disposizione lo spazio del Museo con le sue sale storiche, nel quale subito è stata forte e chiara l’idea di esporre le due icone della sua ricerca: a Venezia infatti Opalka è presente con l’Alfa e l’Omega del suo programma, che per la prima volta in assoluto si vedranno insieme. Poi, cercando di continuare il programma di arte contemporanea: “Conservare il futuro” in Querini Stampalia, che invita artisti viventi a confrontarsi con lo spazio storico del museo, ho pensato di affiancare l’opera di Roman Opalka alla ricerca di Mariateresa Sartori (Venezia, 1961), artista di un’altra generazione ma che lavora e si confronta su analoghe tematiche di Opalka e che con lui aveva intessuto un’intensa frequentazione a Venezia. Lei è un’artista che seguo da diversi anni, s’interessa alle neuroscienze, alla musica, al linguaggio. I suoi lavori instaurano un dialogo con le opere di Opałka, attraverso la ricerca comune sui temi del tempo, della durata, della contingenza e la condivisa ricerca di un visibile in grado di esprimere l’invisibile. Disseminati lungo il percorso del museo, i disegni e le immagini fotografiche della Sartori rilevano le sottili e invisibili trame determinate dal nostro muoverci nello spazio e attraverso il tempo».
Su quali momenti della ricerca di Opalka si concentrano le mostre? Saranno esposti anche diversi inediti, da dove proviene il materiale esposto?
«Nel capitolo milanese da BUILDING c’è una selezione di tele della serie di “Détail”, affiancata da 7 “Cartes de Voyages” e da 33 autoritratti fotografici, esposti insieme al suono registrato della sua voce, per restituire uno spaccato significativo del programma “OPALKA 1965 / 1-∞”. L’allestimento è arricchito da un nucleo di opere realizzate nel periodo precedente il 1965: da un primo disegno accademico “Les Nuages” del 1951, agli “Ètudes sur le Mouvement” (1959-60), passando per “Chronome” (1963) e “Alphabet grec” (1965) – con i quali sperimenta la parcellizzazione dello spazio e del tempo attraverso il ritmo e il movimento dei segni e dei punti sulla tela – per arrivare alla serie dei “Fonemats” del 1964, esposta per la prima volta. Chiude il percorso una sezione dedicata al lavoro grafico, con le acqueforti della “Descriptions du monde”, realizzate dall’artista tra il 1968 e il 1970. Il capitolo veneziano, come già detto, è di particolare importanza per la conoscenza critica dell’artista, perchè riunisce per la prima volta le due opere fondamentali dell’intero programma “OPAŁKA 1965 / 1-∞”. Infatti nelle sale del museo della Querini Stampalia presentiamo il primo “Détail” proveniente dal Muzeum Sztuki, Łódź in Polonia (visibile per la prima volta in Italia), e l’ultimo “Détail”, rimasto incompiuto e mai presentato al pubblico, che proviene da una collezione privata in Germania, riunendo così l’Alfa e l’Omega della sua ricerca. Vederli insieme per la prima volta, per me è stata un’emozione fortissima, intensa e commovente. Ancora in Querini insieme a questi due “Détails” significativi, presentiamo anche una serie di autoritratti fotografici e il suono registrato della voce dell’artista. Poi ci sono altre opere inedite e uniche: due ‘esercizi’, due ‘prove d’artista’ che Opałka ha realizzato poco prima di iniziare il suo programma “OPAŁKA 1965 / 1-∞”, anch’esse mai esposte al pubblico. Inoltre il 6 e il 7 maggio viene presentato per la prima volta al pubblico il film di Didier Morin “Le dernier Détail peint de Roman Opałka”. Didier Morin ha filmato Opałka, seguendolo nel ritmo della vita di tutti i giorni, nel suo atelier a Bois Mauclair l’artista è stato filmato mentre esegue quello che sarà il suo ultimo “Détail”». (Silvia Conta)
 
“Roman Opałka. Dire il tempo”
A cura di Chiara Bertola 
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MILANO:
“Roman Opałka, una retrospettiva”
A cura di Chiara Bertola 
Dal 4 maggio al 20 luglio 2019
 
BUILDING
Via Monte di Pietà 23, Milano
Orari: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 19:00
info@building-gallery.com www.building-gallery.com
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VENEZIA:
“Roman Opałka
Mariateresa Sartori”
A cura di Chiara Bertola 
Dal 7 maggio al 24 novembre 2019

Fondazione Querini Stampalia
Castello 5252, Venezia

Opening: 6 maggio 2019, alle 18.00

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