10 maggio 2019

58 Biennale/12. Cosa vediamo oggi? Jean Dubuffet e il futuro Rom, ascoltando Alva Noto

 

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Venerdì, 10 maggio. E alla fine, dopo le pressanti ma cortesi richieste del numerosissimo e raffreddato pubblico della Biennale, il cielo si è timidamente aperto. Potenza dell’arte contemporanea. Questo weekend inizia quindi con una bella notizia: oggi le temperature si attesteranno intorno ai 16 gradi e le percentuali di probabilità delle precipitazioni sono pressoché nulle. Sorseggiare uno spritz al Select mentre il sole vivacizza i marmi veneziani, è un’esperienza che chiunque dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Ma senza esagerare, perché ci sono anche tante altre cose da vedere in Laguna, soprattutto in questi giorni. Ecco il menù di oggi. 
A Palazzo Franchetti merita una visita “Jena Dubuffet e Venezia”, mostra a cura di Sophie Webel e Frédéric Jaeger, dedicata al maestro dell’Art Brut. La retrospettiva, allestita nelle grandi sale del piano nobile del prestigioso Palazzo del XV secolo affacciato sul Canal Grande, ricorda due mostre del Maestro dell’Art Burt tenutesi a Venezia: a Palazzo Grassi, nel 1964, e al Padiglione francese alla Biennale del 1984. In esposizione, le opere dalle serie Célébration du sol, Hourloupe e Mires. La prima serie risale agli anni Cinquanta, con opere come Matériologie e Texturologie, Hourloupe rappresenta l’apice della ricerca di Dubuffet, tra il 1962 e il 1974. La mostra è completata dalle opere di Mires, una serie degli anni ’80, e da una selezione di disegni, gouaches e documenti. 
A Fondamenta Zattere Allo Spirito Santo, apre Futuroma, mostra a cura di Daniel Baker con Celia Baker, Ján Berky, Marcus-Gunnar Pettersson, György Ödön, Billy Kerry, Klara Lakatos, Delaine Le Bas, Valérie Leray, Emilia Rigova, Marketa Šestáková, Selma Selman, Dan Turner, Alfred Ullrich e László Varga. Le opere site specific ibridano i temi dell’Afrofuturismo e la tradizione della Diaspora Rom, dal primordiale al quotidiano, per esplorare la storia e il ruolo dell’arte contemporanea romanì e per farci riflettere sul nostro futuro collettivo. ‹‹Come Rom ci viene troppo spesso detto che non abbiamo futuro, che siamo reliquie del passato. Futuroma presenta una prospettiva alternativa e informata della nostra storia, ponendo la nostra cultura nel presente››, ha commentato Daniel Baker. Opening celebration a Palazzo Franchetti, dalle 16 alle 20, alle 19.30 passeggiata performativa con Santino Spinelli, poeta e musicista rom, che ci accompagnerà alla sede della mostra, alle Fondamenta Zattere Allo Spirito Santo, aperta fino alle 22. 
Per chiudere la giornata, appuntamento alle 21, al Teatrino di Palazzo Grassi, per A Temporality, performance sonora e interattiva a cura di Gantuya Badamgarav e Carsten Nicolai, aka Alva Noto, ispirata ai tradizionali canti di gola mongoli. Ingresso libero e fino a esaurimento posti. Nell’attesa, potete dare un’occhiata alla maquette e agli approfondimenti sul progetto architettonico di Tadao Ando per la Bourse de Commerce, il nuovo spazio espositivo della Pinault Collection a Parigi. Dalle 10 alle 18, inoltre, nell’auditorium del Teatrino di Palazzo Grassi sarà proiettato in loop One emerging from a point of view, ultimo lavoro video di Wu Tsang, in occasione della mostra “Luogo e Segni”.

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