29 maggio 2019

Polemiche e pailettes: la sfilata di Gucci ai Musei Capitolini

 

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Ieri sera, tra  i busti e le statue antiche della collezione dei Musei Capitolini, si è tenuta la sfilata di Gucci per la collezione Cruise 2020. Una location d’eccezione con ospiti altrettanto straordinari, come Harry Styles (protagonista della campagna Gucci Tailoring e Gucci Cruise), Elthon John,  ASAP Rocky, Salma Hayek, Saoirse Ronan, Naomi Campbell e Zoe Saldana,  Ghali e  Mariacarla Boscono, Alessandro Borghi, Valeria Golino, Carolina Crescentini e Francesco Motta. 
Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, ha presentato una collezione che «rende omaggio a molte cose, culture diverse e momenti storici diversi»: look anni ’70, paillettes e riferimenti al mondo femminile, come “l’utero “fiorito” di cui tanto si sta parlando in queste ore, ricamato su un vestito bianco, la scritta “My body my choice” su un blazer o quella “22.5.78”, giorno in cui in Italia fu approvata la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. «Sui miei abiti ci sono slogan perché fare moda vuol dire anche dare messaggi di libertà. La mia posizione mi consente di dire delle cose. Più sento che mi viene negata la libertà, più le mie antenne per sentire si allungano. Roma è un luogo difficile da definire anche per un romano. È un po’ disordinata come lo erano alcuni dei ragazzi che sfilavano stasera, è libera, è artistica, è anarchica», ha commentato Michele. 
Non sono mancate però le polemiche. Come riportato dal Corriere, c’è chi si è indignato di fronte alla chiusura del museo, parlando di svendita di un bene pubblico ai privati, critiche già sentite e risentite in occasione del restauro della Fontana di Trevi da parte di Fendi, nonostante, come è stato annunciato mesi fa, la maison abbia dichiarato che si occuperà del restauro dell’area della Rupe Tarpea.
In alto: Courtesy of Gucci, shot by Dan Lecca

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