31 maggio 2019

La rivincita delle artiste Sioux

 

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Almeno il 90% delle opere d’arte dei nativi americani esposte in tutte le collezioni museali americane è stato realizzato da donne, secondo Jill Ahlberg Yohe, curatrice associata di arte nativa americana presso il Minneapolis Institute of Art. Ma questa stima, così come il riconoscimento dei singoli artisti, non emerge dalle narrazioni istituzionali che, in genere, presentano le opere native come un generico prodotto culturale. «Ora abbiamo l’opportunità di mostrare i loro volti», ha detto Yohe che, con Teri Greeves, artista, curatrice indipendente e membro della Nazione Kiowa, ha organizzato la mostra “Hearts of Our People: Native Women Artists”, in apertura il 2 giugno, al museo di Minneapolis. Con oltre 115 opere di vasellame, tessuti, perline, pittura, scultura, fotografia, installazione, disegni e stampe che coprono mille anni d’arte, l’esposizione identifica circa il 70% degli autori, un lavoro di ricerca portato a termine da un comitato di 21 persone, tra artisti e studiosi dei nativi americani.
Un’artista in precedenza sconosciuta e in gran parte autodidatta è Mary Sully (1896-1963), una donna Dakota Sioux nelle cui opere, trittici realizzati con matita colorata su carta, sono evidenti le connessioni tra arte nativa americana, astrazione e Art Nouveau. «Per esporli in un contesto museale li stiamo trattando con la stessa cura che useremo per un lavoro di Matisse», ha commentato Yohe, che ha supervisionato il processo di restauro e conservazione con Dianna Clise, conservatrice al Midwest Art Conservation Center, e con Philip Deloria, pronipote dell’artista e professore di storia ad Harvard, che ha ereditato l’intero corpus di 134 trittici di Sully e pubblicato una monografia, dalla quale si apprende una storia eccezionale. Discendente del ritrattista di George Washington, Thomas Sully, Mary visse con sua sorella, Ella Cara Deloria, un’antropologa nativa americana affiliata alla Columbia University. Le due viaggiarono molto, dagli anni ’20 ai ’40 e Mary entrò anche in contatto con le personalità dell’arte e della cultura più all’avanguardia di New York.
La mostra si sposterà al Frist Art Museum di Nashville, dal 27 settembre 2019 al 12 gennaio 2020, quindi allo Smithsonian American Art Museum di Washington, dal 21 febbraio al 17 maggio 2020, infine al Philbrook Museum of Art di Tulsa, dal 28 giugno al 20 settembre 2020.

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