31 maggio 2019

Fino al 19.VII.2019 Francesco Vezzoli, Party Politics Fondazione Giuliani, Roma

 

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L’artista italiano più rock e interessante della sua generazione è certamente Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), un audace funambolo che nel suo lavoro ha arditamente mischiato Storia dell’Arte, televisione, cinema, cultura pop e mass-entertaining, in un irriverente e affascinante melting pot di High and Low contemporaneo e veloce come un album di Instagram e intellettualmente più stimolante di un saggio di sociologia. Vezzoli non è solo un artista, è un artistar a livello globale, super glamour, adorato dalle celebrities italiane a americane che più di una volta hanno recitato gratuitamente nei suoi video o sono state le patinate icone piangenti delle sue opere ricamate. Un artista che spesso ama vestire i panni del curatore come nel 2016 quando come guest-curator del Museion di Bolzano presentò il progetto “Museo Museion” ovvero il riallestimento delle collezioni del museo insieme alla prima retrospettiva della sua produzione scultorea. Nel 2017 poi, alla Fondazione Prada di Milano, con la mostra “Tv 70. Francesco Vezzoli guarda la Rai” come curatore ha vivisezionato con amore e nostalgia la televisione italiana degli anni Settanta, quella Mamma Rai accogliente e protettiva che ha saputo costruire un’identità nazionale attraverso i suoi programmi di intrattenimento e i suoi telegiornali. Gli anni Settanta, gli anni dell’infanzia e di una televisione in cui le gambe kilometriche e perfette delle bionde gemelle Kessler venivano coperte da spessi collant di lana nera per non turbare i sonni di un popolo ancora tutto sommato innocente. Gli anni Settanta che sono stati anche anni di piombo e che, alla fine, sono stati la premessa di quegli anni Ottanta, allegri e cinici, in cui tutto sembrava possibile, Milano era da bere e Roma ballava in discoteca con De Michelis e le provocanti ragazze coccodè simbolo di una televisione che da bambina era diventata adulta. Quegli anni di Tangentopoli, di scandali, di scollate vallette e di soap operas, di un Berlusconi giovane che regalava evasione e sogni agli italiani sono diventati il canovaccio su cui Francesco Vezzoli ha costruito alla Fondazione Giuliani di Roma “Party Politics” la sua ultima mostra decisamente pop e per certi versi anche un po’ triste. 
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Francesco Vezzoli, Party Politics, vista della mostra, foto di Roberto Apa
Una serie di gigantografie a colori dedicate ai personaggi che hanno popolato l’infanzia e l’adolescenza dell’artista riempiono le pareti delle sale espositive, ognuno di noi ritrova in quelle immagini un pezzetto del proprio passato, delle proprie memorie e del proprio immaginario: Giuliano Ferrara, Ilona Staller, Moana Pozzi, Bettino Craxi, Sandra Milo, Gianni de Michelis, i salotti romani e i ristoranti alla moda. Le cornici sono pompose, ricche, dorate come quelle dei dipinti dei grandi maestri del passato in modo da conferire a questi momenti di vita reale un’aurea epica per poterle trasferirle su un piano diverso e più alto che è quello della Storia. Sono ritratti di un’epoca, che, all’epoca, ci era sembrata spesso eccessiva e volgare, e che giudicata a posteriori sembra certamente meglio di com’è stata, soprattutto se paragonata al trash e alla pochezza mediatica e culturale dei rappresentanti politici attuali. La mostra è l’affresco, realizzato con le immagini di archivio dei rotocalchi, di un momento storico preciso che Roberto D’Agostino e Umberto Pizzi hanno successivamente immortalato nelle storie di Cafonal su Dagospia, quello in cui i politici diventano parte della società dello spettacolo avviando quella caduta intellettuale e morale che ancora inesorabilmente continua. Francesco Vezzoli, senza giudizio ma con un certo occhio clinico, ha dato vita ad una grande rappresentazione del nostro recente passato attraverso una carrellata di situazioni sociali e di volti che, con il senno di poi, facevano già tristemente presagire l’inevitabile, doloroso declino non solo della classe politica e dirigente italiana ma di tutta la società e quindi che il dopo sarebbe certamente stato peggio dei nani e delle ballerine di quel momento eccessivo e, in fin dei conti, superficialmente spensierato. 
Paola Ugolini
mostra visitata il 16 aprile
Dal 16 aprile al 19 luglio 2019
Francesco Vezzoli, Party Politics
Fondazione Giuliani
Via Gustavo Bianchi 1, Roma
Orari: dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:30
Info: www.fondazionegiuliani.org

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