03 giugno 2019

Facebook cerca artisti. Il colosso di Menlo Park apre a residenze, partnership e progetti

 

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Quella tra Facebook e l’arte è una relazione aperta, nel senso che il rapporto non è dei più chiari. Fino a oggi, in effetti, hanno fatto notizia più i numerosi casi di censura, che hanno anche rischiato di sfociare in incidenti diplomatici, come nel caso della disputa tra il colosso di Menlo Park e il Belgio sugli scottanti nudi di Rubens. Ok, il Barocco è difficile da digerire per l’algoritmo ma pare che con il contemporaneo le cose siano più semplici. A meno che non si tratti di Marina Abramovic
Pochi giorni fa, infatti, Facebook ha annunciato l’assunzione di Tina Vaz, vicedirettore della comunicazione alla Fondazione Guggenheim, come responsabile dei programmi delle residenze artistiche e del laboratorio di ricerca. <<In quanto comunità dedicata alla costruzione di relazioni, Facebook ha molto da offrire nel dialogo globale sul ruolo dell’arte nell’avanzamento delle idee e dell’innovazione>>, ha dichiarato Vaz in una nota. <<Questa è un’incredibile opportunità per sostenere artisti e designer>>, ha continuato, Jennie Lamensdorf, che gestisce il settore dedicato all’arte della società immobiliare Time Equities e che è stata assunta insieme a Vaz. 
Queste nuove integrazioni in organico arrivano in un momento in cui Facebook sta tentando di riabilitare la sua immagine pubblica, duramente compromessa non solo dagli scandali sulla privacy e dalle infiltrazioni politiche, come nel caso delle ingerenze russe nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016, ma anche dal ruolo – pur se non in malafede – nella diffusione delle fake news. Insomma, un caso virtuoso di artwashing?
In ogni caso, Facebook aveva attivato un programma di residenze artistiche già in tempi non proprio sospetti, al quale lavoravano ben 25 persone, principalmente però nel settore del design. In particolare, nel 2010, alcuni membri dello staff lanciarono, con fondi propri, l’Analog Research Lab, che è un nome molto avvincente per definire uno studio di serigrafia, nella casa madre. Da allora il programma è cresciuto ed è stato adottato formalmente da Facebook che, ora, lo finanzia nelle sedi distaccate di tutto il mondo, anche se non è chiara l’entità dell’investimento. 
Il programma di residenze invece è iniziato nel 2012 e commissiona installazioni artistiche site specific presso la sede centrale di Facebook e negli uffici locali. A oggi, la società ha commissionato 500 opere d’arte in tutto il mondo e altri 200 progetti sono stati annunciati per quest’anno. L’ultima è stata presentata dall’artista newyorkese Saya Woolfalk, che ha realizzato un murales su un campo da basket al Marcus Garvey Park di Harlem. All’inizio del 2019, Facebook ha anche commissionato a un’organizzazione artistica di Austin, in Texas, un grande murales di 2200 metri quadrati. 
<<Quest’anno siamo particolarmente concentrati sull’espansione di questi progetti, per rafforzare la reputazione del programma e raggiungere artisti emergenti con i quali collaborare. Daremo impulso anche alle partnership e queste nuove assunzioni ci consentiranno di farlo meglio>>, ha dichiarato ad Artnet un portavoce di Facebook.

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