18 giugno 2019

MUSICA

 
Liberato torna a Capri ma non galleggia
di Antonio Mastrogiacomo

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Tutti coloro che hanno avuto il merito di farsi la domanda giusta hanno ricevuto una risposta prevedibile: Liberato è tornato. Nel giorno del suo compleanno non ha mancato di ringraziare tutti del pensiero, caricando – proprio lui – sul suo account di Youtube un vero e proprio testamento audiovisivo, un dramma in cinque atti da vedere tutto d’un fiato, che la storia d’amore è “troppa bella”, che dopo Capri Revolution c’è sempre spazio per un Capri Rendez-Vous. Insomma, un vero e proprio EP in salsa audiovisiva che lo porta direttamente negli schermi a misura di pollici, in attesa di una prossima tetralogia dai contenuti esotico-partenopei, magari sul grande schermo.
Una storia tormentata, quella di Capri Rendez-Vous, che si nasconde nelle pieghe della nostalgia legata al tempo trascorso, vera panacea da offrire a una generazione di novelli residuati incapaci di vivere il presente pur di rifugiarsi nel passato. Una miscela esplosiva di contenuti e forme che può essere consumata una volta sola, che due volte è troppo e la papera non galleggia comunque, ché non c’è da piangere. 
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Liberato, Capri Rendez-Vous
Siamo lontani, lontanissimi dalle hit d’esordio, eppure vicini al vero volto di Liberato, che apre temporary shops, organizza concerti, fabbrica vinili. Una roba serissima, quasi quanto l’impegno del sempre encomiabile Francesco Lettieri nel nasconderlo dietro le sue immagini pronte all’uso. Giusto il tempo di tenere acceso il sacro braciere dell’arte come merce, et voilà. Si rianima il circolo dell’anonimato, a garanzia del suo successo. Fate un giro in rete, ci siamo cascati nuovamente tutti.
Ma la cosa più importante resta il dato eminentemente culturale che raccogliamo, facendo riferimento ai titoli di coda, dove in successione trovano spazio i mostri sacri del cinema quali modello ineludibile e, guarda un po’, nessuno in ambito musicale. Bene, accanto ai titoli di coda inseriteci cose tipo Dior, Chanel e tutte queste firme qui, perché il tipo di immaginario cui si è rivolto in questa occasione il Liberato nazionale è decisamente merceologico, pur riparato dalla foschia artisticamente impegnata che ne anima il mistero. Il punto su cui dobbiamo riflettere è se non sia arrivato il momento di dimenticare Liberato come il buon protagonista; dubito ce ne libereremo.
Antonio Mastrogiacomo 

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