15 giugno 2019

Gli artisti della Biennale di Istanbul

 

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Il Settimo Continente della Biennale di Istanbul inizia a popolarsi. 38 le nuovi commissioni che saranno diffuse in diverse località della città e 57 gli artisti invitati a partecipare a questa 16ma edizione, curata da Nicolas Bourriaud. “The Seventh Continent” sarà il titolo programmatico e critico della prossima biennale turca, che si svolgerà dal 14 settembre al 10 novembre 2019 e, negli anni, è diventata uno degli appuntamenti imperdibili nel mondo dell’arte contemporanea. 
Anche questa volta, le aspettative sono alte, considerando non solo i nomi degli artisti, appena annunciati, ma anche le non semplici condizioni della censura di Stato. Nonostante la Biennale sia quasi interamente finanziata dall’omonima fondazione privata, la IKSV, e da sponsor privati, come Koç Holding, e solo il 6% dei fondi provengano dal Ministero del Turismo e della Cultura, i meccanismi di controllo e repressione, in Turchia, sono piuttosto forti e già i curatori della precedente edizione, Elmgreen & Dragset, provarono a prendere le misure.
In questo caso, il tema scelto da Bourriaud sembrerebbe cautamente generico. Il Settimo Continente, nelle intenzioni del curatore, è l’isola di immondizia che attraversa l’Oceano Pacifico, uno Stato fluttuante di 3.4 milioni di chilometri quadrati e pesante 7 milioni di tonnellate di plastica colorata e consumata. Dunque, si accende l’attenzione sul tema ambientale, il che non esclude affatto la politica, anzi. Ricordiamo, infatti, che il 27 maggio del 2013, i bulldozer arrivarono in piazza Taksim per rimuovere gli alberi di Gezi Park, uno dei pochi spazi verdi rimasti in città, e ricostruire la caserma ottomana per trasformarla in un centro commerciale e residenziale. Il giorno seguente, furono proprio i gruppi ambientalisti a dare inizio a quelle che sarebbero diventati i movimento di protesta di Piazza Taksim. 
Tre saranno i luoghi centrali della Biennale, individuati tra i più suggestivi della splendida città turca: lo storico Tersane Istanbul, cantiere navale recentemente riqualificato e inaugurato dal premier Recep Tayyip Erdoğan, il Pera Museum, nel centro della città, e infine in diversi spazi di Büyükada, isola nel mar di Marmara. E gli artisti? Eccoli. A Tersane Istanbul: Yuji Agematsu, Deniz Aktas, Ozlem Altin, Jonathas de Andrade, Pia Arke, Korakrit Arunanondchai, Ozan Atalan, Radcliffe Bailey, Rebecca Belmore, Dora Budor, Johannes Buttner, Mariechen Danz, Diamond Marine, David Douard , Simon Fujiwara, Claudia Martínez Garay, Pakui Hardware (Ugnius Gelguda e Neringa Černiauskaitė), Eloise Hawser, Marguerite Humeau, Suzanne Husky, Rashid Johnson, Feral Atlas Collective, Eva Kot’átková, Agnieszka Kurant, Tala Madani, Magad Madela , Sun Terkol & Güçlü Öztekin, Thiago Rocha Pitta, Mika Rottenberg, Max Hooper Schneider, Ylva Snöfrid, Jennifer Tee, Suzanne Treister, Ambera Wellmann, Haegue Yang, Müge Yılmaz, Phillip Zach, Andrea Zittel. Al Pera Museum: Anzo (José Iranzo Almonacid), Charles Avery, Norman Daly, Ernst Haeckel, Evru/Zush, Sanam Khatibi, Melvin Moti, Glauco Rodrigues, Luigi Serafini, Paul Sietsema, Simon Starling, Piotr Uklański. A Buyukada: En Man Chang, Glenn Ligon, Armin Linke, Ursula Mayer, Hale Tenger. Oltre agli artisti che esporranno in queste tre sedi, ci sarà anche Monster Chetwynd, che presenterà un progetto all’aperto.
In alto: Tersane Istanbul, foto di Poyraz Tutuncu 

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