28 giugno 2019

Tessendo il dialogo tra tradizione e attualità. La performance di Ismael De Anda a Roma

 

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L’artista texano Ismael De Anda approda per la prima volta in Italia. L’appuntamento è lunedì 1 luglio all’AOC F58 – Galleria Bruno Lisi di Roma, dalle 17:30 fino alle 21. Qui si potrà partecipare attivamente a Neo-Quechquémitl, nuovo progetto performativo sviluppato dall’artista, a cura di Camilla Boemio e AAC, in un dialogo aperto tra tradizione e attualità. 
Il quechquémentil è un indumento della tradizione preispanica: due pezzi di stoffa intrecciati a formare una sorta di poncho o scialle. De Anda recupera il capo d’abbigliamento, ne semplifica il design e gli conferisce uno stile moderno, dalle spalle più accentuate, come fosse l’abito di un personaggio fantascientifico, presupponendo gli sviluppi futuristici del folklore locale. 
Nella performance della prossima settimana, De Anda renderà la moda e le tradizioni precolombiane un rito collettivo, invitando gli ospiti della galleria romana a realizzare in loco i propri neo-quechquémentil con i materiali che l’artista stesso fornirà. Gli originali indumenti artigianali potranno poi essere indossati dal pubblico, e saranno successivamente applicati alle pareti, in un variopinto collage di forme e colori. 
Un’opera site-specific che è un autentico inno alla diversità. Il tutto è da intendersi come occasione di riflessione su quanto la tradizione possa essere ancora influente sul presente con un valore positivo, proponendo modelli alternativi di pratica sociale e di forme d’arte, suggerendo una nuova visione del mondo, finalmente libera dai pregiudizi. 
Nel suo lavoro, l’artista si concentra sulla reinterpretazione della memoria collettiva e delle tradizioni, ispirato dalla sua personale esperienza di vita. Egli è infatti cresciuto al confine tra gli Stati Uniti e il Messico e si è poi formato come artista a Los Angeles, in California, dove attualmente vive e lavora. In questi contesti si è sempre dovuto confrontare con uno sfaccettato melting pot culturale, che ora diventa per lui una scelta di stile. 
Un lavoro che è una ferma risposta alla politica anti-immigrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, carica di stereotipi e pregiudizi nei confronti delle popolazioni del Messico, del Centro e Sudamerica. (Yasmin Riyahi)

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