28 giugno 2019

Luciano Massari ci racconta la sua “nuova” Accademia di Carrara, da Canova a Jeff Koons

 

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Nuovi spazi restituiti alla fruizione, un museo dedicato a Canova, una casa editrice, una student house e un canale aperto con il mondo dell’arte contemporanea. Ma con un occhio particolare all’aggiornamento dei programmi di didattica e formazione, sempre in primo piano perché stiamo parlando dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, che ha appena riconfermato Luciano Massari nel ruolo di Direttore. 
Nato a Carrara nel 1956, ha insegnato in varie accademie italiane ed è stato Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nel 2016 è stato chiamato a dirigere l’Accademia di Carrara e il suo mandato è stato segnato non solo da un approfondimento delle funzioni didattiche nel segno dell’attualità, con l’istituzione dei nuovi bienni di Scultura Digitale e di Cinema Fotografia Audiovisivi, ma anche da un ampliamento delle relazioni al di fuori dell’istituto, verso la città e il famigerato sistema dell’arte contemporanea, che poi sarebbe l’applicazione pratica, reale, professionale, di tutto ciò che gli studenti apprendono nelle aule e nei laboratori. 
La strada da seguire sarà improntata alla continuità, avviando nuovi trienni, come Progettazione per l’Impresa e Cinematografia, valorizzando le proprie collezioni, che annoverano gessi di Canova e di altri artisti neoclassici e romantici come Bartolini, Finelli, Tenerani e Thorwaldsen, trovando nuovi partner e supportando le energie che attraversano uno spazio come quello di un’Accademia. Come? Ce lo racconta meglio lo stesso Massari, che abbiamo raggiunto per alcune domande a caldo. 
La notizia era nell’aria ma possiamo immaginare che sarà stata comunque grande la soddisfazione per la riconferma. Può darci un commento a caldo? 
«Sono molto felice, perché è un’opportunità che mi permette di portare avanti i progetti iniziati tre anni fa, ma soprattutto perché il risultato ottenuto, quasi plebiscitario, mi ha dato la misura della fiducia che i miei colleghi ripongono in me. In questi tre anni appena trascorsi ho sentito la loro vicinanza e ho apprezzato il loro impegno quotidiano. Oggi il mio ringraziamento va a loro, perché il prestigio raggiunto dall’Accademia è anche merito dei suoi docenti». 
Dopo Maurizio Cattelan e Jeff Koons, insigniti delle Lauree ad Honorem, saranno previsti nuovi progetti per coinvolgere altre personalità del mondo dell’arte contemporanea? Cosa c’è in cantiere per valorizzare l’ambito “storico” dell’Accademia, che ha appena festeggiato i 250 anni di attività? 
«Per i progetti relativi ai grandi artisti internazionali siamo già in fase di contatti con grandi nomi dell’Arte: siamo nella fase, diciamo così, di “accettazione”. Abbiamo individuato personalità di grande rilevanza, anche se ancora è prematuro fare nomi, perché l’iniziativa si svolgerà nell’aprile 2020. Continuiamo comunque sulla linea già intrapresa con Cattelan e Koons: ho sempre creduto che queste manifestazioni non siano un momento di mondanità né un “red carpet” per pochi eletti, ma rappresentano un’opportunità unica per i nostri studenti, per questo le cerimonie di apertura dell’Anno Accademico con le grandi personalità dell’arte sono principalmente indirizzate agli studenti. 
Per quanto riguarda la valorizzazione del nostro patrimonio stiamo agendo verso diverse direzioni: in primo luogo proseguendo con i restauri, anche alla nostra sede storica che è una piccola reggia, poi per quanto riguarda le opere d’arte conservate in Accademia ci stiamo muovendo sia verso l’esterno, attraverso prestiti a prestigiose mostre, sia verso la città con aperture straordinarie e visite guidate. 
In occasione dei 250 anni dell’Accademia stiamo anche organizzando una grande mostra dedicata ad Antonio Cybei, valente scultore operante in tutta Europa, che, nel 1769, fu il primo direttore dell’Accademia. La mostra aprirà nel 2020 e sarà ospitata tra la nostra sede e Palazzo Binelli. Si tratta di un’esposizione che richiede un notevole sforzo organizzativo per la quale stiamo chiedendo prestiti a musei e collezioni di tutto il mondo. 
Contestualmente stiamo anche lavorando a un grande convegno sull’arte antica e a uno sul futuro dell’arte: in entrambi i casi interverranno studiosi ed esperti di grande livello. Infine auspico che in questo triennio si concretizzi il museo dedicato alle nostre collezioni di gessi del Canova e degli artisti post-canoviani alle quali è destinato “Palazzo Rosso” restaurato, grazie a un’intesa con il Comune di Carrara». 
Su quali aspetti si concentrerà il suo mandato? Ci può parlare anche dei progetti specificamente rivolti alla didattica e alla formazione?
«Il mio mandato si concentrerà soprattutto su didattica e formazione, perché è lo scopo principale dell’Accademia. Credo che oggi più che mai sia estremamente necessario individuare i saperi spendibili dai neo-laureati in ambito professionale. Per questo abbiamo ampliato l’offerta formativa con i bienni specialistici di Scultura Digitale e di Fotografia Audiovisivi e Cinema. Con questo mandato, invece, conto di avviare il triennio di Cinematografia. In merito stiamo strutturando un accordo con la Camera di Commercio e l’Apuania Film Commission per la costituzione di un “Cinepolo” diffuso. 
Dal punto di vista della formazione proseguiremo con la Summer School, aperta a tutti, e poi, grazie a una convenzione con l’Università per Stranieri di Siena, avvieremo in accademia corsi di lingua italiana. 
Dallo scorso anno, infine, sono stati attivati i corsi annuali, che consentono a quanti ne fanno richiesta di seguire gli insegnamenti ai quali sono interessati per un unico anno. I corsi si rivolgono a quanti desiderano approfondimenti e aggiornamenti e si configurano come un’offerta di “formazione permanente” di altissima qualità».

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