16 maggio 2003

fino al 30.IX.2003 Mario Merz – un segno nel Foro di Cesare Roma, Via dei Fori Imperiali

 
Colpisce i passanti. È un bagliore azzurrino tra le rovine del Foro di Cesare: sembra un’astronave appena atterrata. Ha la forma di una spirale ed i colori del cielo. Mario Merz duetta con Giulio Cesare e flirta con Fibonacci. Da mozzare il fiato. Ed Exibart lancia un appello: questa installazione deve rimanere lì dov’è...

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I numeri della serie Fibonacci per me vanno molto forte e nella vita succede lo stesso (Mario Merz, 1972)


Una spirale. Prende avvio da una sequenza di cifre, inizia a roteare su se stessa, sempre più stretta, poi si incunea sotto un sasso della vecchia Roma imperiale, esce dall’altra parte, continua a roteare, si ferma. Una conchiglia. Una metafora di vita. Aliena di giorno, accesa di un celeste liquido di notte. E’ atterrata nel Foro di Cesare come un disco volante. E’ elegantissima, fluida come ruscello, gelida come una lama di acciaio.
E’ il segno che un grandioso Mario Merz (Milano, 1925. Vive a Torino) ha voluto marcare suMario Merz - un segno nel foro di cesare Roma. Scegliendosi, nell’ambito della rassegna Giganti curata da Ludovico Pratesi, uno dei suoi luoghi più caratterizzati. Spingendosi ad abitare i bordi che separano storia, contemporaneità e leggenda. Violando con semplicità sconvolgente la stupida sacralità turistica dell’area archeologica urbana più estesa al mondo.
Tutti gli elementi che hanno segnato per decenni la produzione di questo maestro dell’Arte Povera ritornano in quest’ultima installazione. L’utilizzo del neon, il riferimento alla Serie numerica di Fibonacci (la somma dei due precedenti dà il successivo: 0 1 1 2 3 5 8 13 21…), l’inserimento di elementi arcaici, naturali, primordiali.
Il matematico medievale Fibonacci (Pisa 1170-1240) aveva individuato nella serie numerica sopra descritta il processo di crescita della natura, della vita. Il turbine celeste collocato nei ruderi capitoli è la rappresentazione grafica della ricerca di Fibonacci, ne è la trasposizione formale-naturale. La spirale di Mario Merz installata a Roma è un Mario Merz - un segno nel foro di cesare dispositivo generatore di vita e di energia. E’ la prova provata che qualcosa di nuovo sta succedendo. E’ il logo di una città che ha smesso di aver paura della contemporaneità. E’ un’opportunità enorme di spazzar via ogni malfondata sicurezza, è la chance per instillare dubbi profondi e benefici nei cittadini romani e nei milioni di turisti. E’ il rassicurante bagliore acqueo che sale al crepuscolo e accarezza Piazza Venezia, e il Campidoglio e la Colonna Traiana. E’ un atto di coraggio che chiediamo ad alta voce al Sindaco, all’Assessorato alla Cultura ed alla Soprintendenza.
La spirale di Mario Merz non si deve muovere di lì. Mai più. Che muti il suo ruolo da installazione a monumento. Che resti lì a dimostrare ancora una volta che non siamo fermi, che non siamo morti, che non siamo tutti sepolti sotto gli ettari di ruderi di questa città. Ci dica che il nostro amore per il bello è intatto, che non s’è interrotto a duemila anni fa. Roma non perda per nessun motivo questa gigantesca occasione.

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Mario Merz – Un segno nel Foro di Cesare
ideazione: Ludovico Pratesi – Alessandra Maria Sette
realizzazione: Costantino d’Orazio
FORI IMPERIALI, Via dei Fori Imperiali (angolo Via dell’Arce Capitolina), Si consiglia la visione da Via dei Fori Imperiali in orario serale, 0677591443, futuro2000@tiscali.it
http://www.futuronline.it/eventi/roma/giganti.htm


[exibart]

10 Commenti

  1. questa sviolinata esagerata per l’ istallazione di merz la trovo delirante….oltre che provincialotta…..
    A ooo!
    che vi siete impazziti!
    l’ istallazione di merz è solamente dico solamente RUFFIANA, ma tanto ruffiana!

  2. a me piace è niente male. ruffianaggine del sistema forse? penso che dovrebbero esperimentare con altre installazioni di luce al neon e altro> constatare se questa sarebbe in assoluto la migliore soluzione…

  3. L’opera è decisamente affascinante ma sono scettico per farla rimanere lì. Opterei per una illuminazione adeguata per mettere in risalto l’ambiente che di certo non ha bisogno di un’opera moderna per acquistare valore, non è prorpio il luogo adatto per far conoscere hai turisti che non siamo rimasti fermi all’epoca dei romani, cosa che tra l’altro neanche pensano!

  4. Questo semplice simbolo di movimento ed energia potrà essere di buon augurio per aggiungere un nuovo strato di storia alla ormai consumata civiltà romana.
    Roma si è fermata a guardare le sue medaglie al valore! non testimonia il suo tempo neanche con un’opera “ruffiana o provinciale” come quelle del grande Merz. Merz che tu sia il benvenuto in questa città fantasma.

  5. ho un’idea migliore, buttiamo tutte le rovine di Roma a mare (o vendiamole al miglior offerente) e lasciamo lì solo la spirale di Merz…

  6. Via da quella vostra città di fantasmi respiro meglio. Tenetevi le rovine, tenetevi l’asfissia modernista, l’arruffianamento al neon o la ricottina da provincia dell’impero mancato. Tenetevi Berlusconi, d’Alema StArace, l’ATAC. Tenetevi i vostri poeti suicidati, le vostre cartelle degli inserti, le vostre battone, le vostre strade lastricate di catrame, le vostre rivoluzioni da spinellari, la vostra pacottaglia, il vuoto delle vostre teste e il pieno dei vostri portafogli… puzza tutto di latrina

    W REMOTTI

    MAMMA ROMA: ADDIO!

    il cane è emigrato

  7. guernica è rimasta al modern art finchè franco non è morto… vedremo se gli italiani saranno in grado di tenere quest’opera oggi o quando questa generazione sarà passata…
    la città di como ha perso l’opportunità di avere un’altra opera realizzata da merz per la torre di volta qualche anno fa…
    io e lisa ponti abbiamo firmato un’appello insieme a TUTTI gli artisti e intellettuali che hanno qualcosa da dire… questo appello accompagnerà l’acquisto dell’opera da parte della città appena l’amministrazione attuale sarà decaduta.
    E’chiaro che passati i vosti problemi (appena sarete morti) il paese riconoscerà queste opere, ma evidentemente sarebbe meglio se gli italiani lo facessero ORA
    io comunque a gennaio espongo al Cairo…

  8. Detto che andrebbe vista sul luogo, ma così, di primo acchito, direi che sembra un’operina facilotta, inserita in un contesto-contrasto con risultati un po’scontati; insomma, uno spettacolino da vetrinista, quasi come gli ultimi lavori di Kounellis visti al Pecci due anni fa. Comunque, meglio di nulla…
    P.S.
    per colui che si firma F.T.Marinetti:
    siamo ancora all’esaltazione anti-passatista?!

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