16 agosto 2003

“La Milano dell’arte contemporanea e dell’editoria? Ci fa proprio incazzare”. La storia del Deboscio

 

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deboscioRileggono Milano con occhi critici, ma affascinati; semmai un poco rammaricati dal sottile provincialismo che pare non abbandonare la metropoli lombarda. Parlano e attaccano la città dei parvenu (“gli arrivisti del concetto” li chiamano), dall’arte all’editoria. Sono anonimi e lavorano nell’ombra. E, come avviene nelle grandi metropoli planetarie come Londra, per diffondere il loro verbo stampano ed inviano (gratuitamente, basta richiederli sul sito) degli adesivi. Basta farsi una passeggiata per milano e non sarà difficile trovarli su fermate del tram, centraline elettriche, pali della luce, cartelloni pubblicitari, vetrine. Semplicemente l’ennesimo avamposto nostrano della street culture ormai sempre più main stream? Forse non del tutto.
Il gruppo del Deboscio, operativo a Milano, conta tre persone. Davide, David e David. Più decine di collaboratori occasionali. Di loro, oltre alla singolare tripla omonimia, non si sa nulla. “Siamo tendenzialmente degli studenti” ecco l’unica cosa che Exibart è riuscito ad estorcergli riguardo alla loro identità. “Abbiamo fatto questo sito perchè avevamo due idee da scrivere e ci era sembrato il mezzo più immediato”.
Ma “Il Deboscio” non è un blog, non è un portale, non è neppure un progetto d’arte in rete. E’ tutte queste cose insieme. Ed inoltre ha tutta l’aria invece di essere un manifesto. Una rilettura antipatica e pungente della metropoli contemporanea.
Milano dal punto di vista culturale –ci dicono– non è messa male, le cose succedono. Il fatto è che molte di queste ci fanno incazzare!”.
Ma cosa è che fa incazzare questi… debosciati? Innanzitutto il circuito dell’arte contemporanea meneghina, non tutto ovviamente. “Il peggio del peggio secondo noi? Il critico Alessandro Riva e quello che rappresenta: lo spirito contadino!” (???). Anche Angela Vettese e tutti coloro che gravitano attorno al Quartiere Isola non stanno propriamente simpatici a questi brontoloni metropolitani.
Non basta. Nel loro mirino anche le cosiddette rivistine. “Si chiamano Zero2, Hot ecc. Scimmiottano il londinese Time Out ma scrivono troiate immonde”. Parola del Deboscio naturalmente.
Non ci avete capito niente? Comprensibile. L’universo-Deboscio è per fortuna disponibile ad ulteriori approfondimenti grazie al sito web. Fateci sapere cosa ne pensate: una patetica messinscena o il nuovo fenomeno metropolitano milanese?

link correlati
ildeboscio.com

[exibart]

7 Commenti

  1. Ho visitato il sito (non sapevo cosa fare, ma fra poco per fortuna esco a fare un giro). Che dire .. un pò snob mi sembra.
    Comunque io ho la panda e riguardo a chi l’ha disegnata non me ne può impartare di meno. Mi basta che quando giro la chiave di accensione il motore parta, ed e’ già una conquista.
    Ciao.

  2. i miei nonni erano contadini. io faccio l’artista e vivo all’isola. e allora ?

    siete solo dei viziatelli con la puzza sotto il naso

  3. Ho visitato il sito… le solite cavolate per far presa su chi non sa come dare concretezza alla propria vita e si perde in scemenze “di tendenza” e “fhighetterie” varie con lo scopo di vendergli le magliette “Il Deboscio”.

  4. siete solo dei figli di papà viziati voi del deboscio

    alla gente che lavora non ci pensate

    voi l’isola non sapete nemmeno cosa sia. l’isola è il paradiso ! e anche se gente come voi ci butta merda addosso noi arriveremo comunque, perchè siamo un gruppo e abbiamo voglia di fare.

  5. Non posso tacere nel vedere l’ARTE CONTEMPORANEA non solo non capita ma come è considerata . L’ARTE CONTEMPORANEA è la forma d’arte di oggi, parte dal cuore, dai pensieri e dall’anima di persone che sentono i problemi di oggi.
    Parte dal profondo dell’anima di persone sensibili, e a volte coraggiose,che desiderano uscire dalle brutture e fondere i loro pensieri nei valori dello spirito, dare ad altri la possibilità di sentire gioia e serenità con arte.
    Carissimi scrivete ovunque “Vogliamoci bene”, ricordatevi che ci è stato insegnato di amare il prossimo come noi stessi, non vi dicono nulla queste parole?
    Ho avvicinato molti giovani nel mio lavoro di insegnante e li rispetto perchè so che i loro valori sono buoni, perchè non mettete fuori ciò che avete di buono e uscite dalle brutture?
    Imparate a rispettare l’ARTE e vi sentirete bene.

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