09 giugno 2000

Arte a misura di bimbo: risponde l’Assessore romano Pamela Pantano Di Germana Mudanò

 
Sul fatto che Roma sia una città d’arte in senso lato, nulla da ridire. Diversa è invece la questione della Capitale come “città d’arte a misura di bimbo”, dove mostre, musei e monumenti siano accessibili anche ai visitatori più piccoli e dove avvicinarsi al patrimonio artistico cittadino possa essere in qualche modo “divertente”. Alla sincera curiosità del baby-turista si oppongono scarsità di informazione, traffico, mezzi pubblici che non funzionano ed un’infinità di cose da vedere e da scoprire che “parlano difficile”. Come trasformare allora una caotica metropoli in una città bimbo-accessibile?
Ci ha risposto Pamela Pantano, Assessore alle Politiche per la Città delle Bambine e dei Bambini del Comune di Roma

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Il suo assessorato è nato nel 1997, dall’esigenza, avvertita dalle istituzioni comunali, di una maggiore attenzione verso i bambini, gli adolescenti e le famiglie romane. Oggi il suo compito specifico è quello di difendere i diritti dei più giovani e di garantire loro la qualità della vita cittadina, anche attraverso le iniziative legate all’arte.
“Allora Assessore Pantano, come pensa di trasformare Roma in una città d’arte a misura di bimbo? Sarà forse il caso di farsi prestare i potenti strumenti “rimpicciolitori” dello scienziato del film “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi” ?”. Pamela Pantano sorride e risponde: “I problemi da affrontare sono molteplici, è vero, ma senza ricorrere ad inusuali artifici tecnologici, bisognerà puntare innanzitutto sulla semplicità. E’ necessario cioè che la città parli delle sue attrattive culturali con un linguaggio accessibile ai giovani, prendendo a riferimento il loro livello di conoscenza”. “Ci faccia un esempio”. “Mi viene in mente l’iniziativa “Con Leo nel Museo”, ancora in corso nei Musei Barracco, della Civiltà Romana e della Pinacoteca Capitolina” (cfr. l’articolo di Exibart-bambini a riguardo, ndr.), “o il Museo dei bambini di Roma che apriremo prossimamente”. “Sarà un laboratorio didattico per l’infanzia, ritagliato sul modello dei Children’s Museums americani ed europei, non è vero?”. “Esattamente, ma non solo.
Il Museo dei Bambini di Roma sarà uno spazio con tanti settori, tematici e per fasce d’età, dove i bimbi potranno giocare con tutto ed imparare divertendosi. La tecnologia sarà il punto forte della nuova struttura, una tecnologia che i piccoli potranno visitare dall’interno. E’ inoltre previsto l’allestimento di giochi d’acqua che stimolino l’apprendimento. Apriremo il museo entro il prossimo Dicembre”. “Cos’altro bolle nella pentola dell’Assessorato?”, “Un Museo d’arte moderna a misura di bimbo, da allestire negli spazi della ex-biblioteca del Palaexpò, dove ancora una volta sarà possibile giocare con i concetti di prospettiva, di vuoto e di pieno”. “Un altro laboratorio permanente di divertimenti insomma”, “Proprio così”. “Tralasciando per il momento le vostre felici iniziative museali, in linea più generale, qual’è il modus operandi dell’Assessorato per la Città dei Bambini?”. “Lavoriamo principalmente attraverso bandi di concorso, affidandoci ad istituzioni ed enti competenti nel settore dell’infanzia. “E che ci dice della miriade di Associazioni che si stanno moltiplicando in questo campo?”. “Auspico ad una sempre maggiore collaborazione, ma ritengo necessario che esse facciano un po’ d’ordine nell’ingarbugliata situazione delle loro competenze. In un campo delicato come quello dell’infanzia, devono disporre di una formazione specifica. Mi sto impegnando personalmente affinché venga istituito al più presto un albo di tutte le associazioni del settore, suddivise in base alle rispettive competenze”. “Veniamo adesso ad un punto che sta molto a cuore anche alla nostra rubrica-bambini. Secondo lei il “piccolo” pubblico dei ragazzi di oggi, sempre più esigente e tecnologicamente erudito, è in grado di accedere, senza intermediari diretti, ai messaggi ed alle informazioni culturali che il mondo dei grandi gli dedica?” “La famiglia e la Scuola svolgono ancora un ruolo fondamentale in questo senso. Le iniziative culturali per i bambini spesso coincidono con quelle dirette alle Istituzioni scolastiche, cui si riconosce ancora un ruolo fondamentale per la divulgazione delle informazioni rivolte all’infanzia. Quante volte tuttavia ci capita di costatare che solo una piccola parte delle classi che visitano un museo o una mostra manifesta un sincero interesse per ciò che vede? E’ necessario, dunque, fare in modo che il singolo bambino si avvicini all’arte ed alle iniziative culturali a lui dirette attraverso una scelta autonoma e consapevole. Un po’ come sceglie di giocare a questo o a quel videogame, o di vedere questo o quel cartone animato. Il compito di fornirgli le chiavi di lettura per la sua scelta resta alle istituzioni competenti, la famiglia, le scuole e, perché no, anche le iniziative come la vostra”. “Grazie Assessore Pantano”, “Grazie a Lei”.

Germana Mudanò

[exibart]

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