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Di fronte a certe cose, torniamo tutti un po’ bambini. Per esempio, davanti a un’opera d’arte che vorremmo irrazionalmente possedere. E che dire, poi, quando l’opera ha forme giocattolose, a metà tra una action figure e una sculturina? Sono le opere della Toy Culture, una sottocultura nata all’inizio degli anni ’90, come evoluzione tridimensionale dei puppets del writing, sviluppatasi parallelamente all’affermazione della street art occidentale e dei manga giapponesi e coreani. E su questo fenomeno gioca “NOT AN ARTIST-Toyboyz Edition”, mostra dedicata al Toy Design, visitabile fino al 20 settembre all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, organizzata dallo IED-Istituto Europeo di Design nell’ambito del progetto di ricerca internazionale NON AN ARTIST, a cura di Jacopo Manganiello e Igor Zanti.
Attraverso i progetti di Fidia Falaschetti, Joe Ledbetter/J.Led, Massimo Giacon e Simone Legno/tokidoki, l’esposizione mette in luce non solo le espressioni artistiche di ognuno ma anche i legami con le diverse discipline creative, dalla progettazione al branding, i modelli di business e merchandising, le connessioni con aziende come Alessi, Ikea, Kartell, le relazioni tra Italia e Stati Uniti, i modelli di globalizzazione tra Occidente e Oriente, l’emergere delle sottoculture e quel rapporto feticistico tra soggetto e oggetto.
In home: Massimo Giacon, Presepe Alessi (IED, NOT AN ARTIST Los Angeles, 2018)
In alto: Tokidoki, Simone Legno, Karl (IED, NOT AN ARTIST Los Angeles, 2018)