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Abbiamo visto Vladimir Putin indossare diverse vesti, dalla cravatta a righine al pantalone mimetico e, adesso, il Presidente della Federazione Russa proverà anche quelle del mecenate. L’ordine tassativo è accelerare i progetti per la costruzione di un grande centro culturale a Sebastopoli, storica città della Crimea, base principale della Flotta sovietica del Mar Nero sovietica.
Successivamente, il porto militare è stato diviso tra la marina russa e la marina ucraina e, fino al marzo 2014, entrambe le forze erano stanziate nella stessa rada. Dall’aprile 2014, quest’ultima è stata trasferita nel porto di Odessa, a seguito del referendum sull’autodeterminazione della Crimea e della sua annessione alla Russia, con tanto di occupazione delle truppe dell’esercito. Giusto per ribadire il concetto, a maggio di quest’anno, Putin ha inaugurato un ponte da 7.5 miliardi di dollari per collegare la città tatara di Kerch a Taman, nel territorio di Krasnodar. La costruzione ha valore non solo strategico e geopolitico ma anche simbolico e sappiamo quanto il leader russo ci tenga a questo genere di manifestazioni.
E di certo anche la cultura e l’arte possono essere impiegate concretamente sul tavolo della strategia. I ritardi nei precedenti progetti infrastrutturali hanno ostacolato lo sviluppo del turismo in Crimea, sul quale il governo russo ha investito molto, incoraggiando i dipendenti pubblici a sceglierla come meta delle loro vacanze. Inoltre, durante una delle ultime visite in Crimea, Putin si è concentrato sulle antiche origini greche della regione, chiamata Tauride, e del città di Sebastopoli, fondata da coloni greci col nome di Cherson, i cui resti archeologici sono patrimonio dell’Unesco. La questione è che sia la Russia che l’Ucraina considerano il sito, conosciuto anche come la Pompei ucraina, come luogo di nascita della loro nazione e Putin ha più volte sottolineato questo ruolo storico, proponendola come capitale culturale.
Il nuovo centro sarà arricchito dalle numerose opere conservate nei depositi dei musei russi e sarà coinvolto direttamente anche l’Hermitage, che nella regione già cura le campagne archeologiche. Ma si prevedono anche querelle internazionali, visto che il direttore del Museo di Stato Russo, Vladimir Gusev, è un esplicito sostenitore della restituzione dei tesori d’oro della Scizia, prestati al museo archeologico di Amsterdam poco prima dell’annessione e, dal 2014, finiti in un limbo legale tra l’Olanda, l’Ucraina e la Russia.