18 settembre 2018

Game of Thrones sugli scudi e matrimoni in diretta. Ecco cosa è successo agli Emmy Awards

 

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Tutti in giallo per la notte degli Emmy Awards 2018, gli Oscar del piccolo schermo, attribuiti da una giuria di attori, registi e altri professionisti del settore, ai migliori programmi televisivi distribuiti dalle emittenti statunitensi tra il primo giugno 2017 e il 31 maggio. Molte delle star che hanno affollato il Microsoft Theatre di Los Angeles, in California, hanno scelto di indossare un abito di quel colore ma non per scelta etica o politica, semplicemente perché alla moda e beneaugurante. 
L’Emmy per la miglior serie drammatica è stato assegnato a Game of Thrones, che ha ottenuto anche un riconoscimento per l’interpretazione di Peter Dinklage, che interpreta lo scaltro Tyrion Lannister, come attore non protagonista. Presente sul palco, anche se in vestito nero con righine bianche, George R.R. Martin, dai cui libri è stata tratta la serie tv creata da David Benioff e D.B. Weiss, che esordì il 17 aprile 2011 sul canale via cavo HBO che, tradizionalmente, ha sempre dominato gli Emmy. Netflix trionfa con The Crown, arrivata alla sua seconda stagione e premiata per la regia di uno dei suoi episodi, con Claire Foy che ha ottenuto un Emmy come miglior attrice protagonista, per la sua interpretazione della regina Elisabetta II. Ben cinque premi per La fantastica signora Maisel, tra i quali quello per miglior serie comedy e migliore attrice protagonista per Rachel Brosnahan. La serie è stata prodotta da Amazon Studios e si era già aggiudicata il Golden Globe 2018 come Miglior serie commedia e come Miglior attrice in una serie commedia, alla stessa Brosnahan. 
Il premio come miglior attore in una serie drammatica è stato invece assegnato a Matthew Rhys, che in The Americans, serie trasmessa da FX, interpreta la parte di un padre di famiglia americano/spia russa, la cui vita sentimentale e non solo viene messa alla prova dalla Guerra Fredda. Tre Emmy, tra i quali quello come migliore miniserie, sono stati assegnati alla seconda stagione della serie antologica American Crime Story, dedicata all’assassinio di Gianni Versace, che non è piaciuta molto dalle nostre parti. 
Commozione per Henry Winkler che, a 72 anni, ha ricevuto il primo Emmy della sua carriera, come miglior attore non protagonista brillante per il ruolo di Gene Cousineau in Barry, serie ancora inedita in Italia. Winkler, indimenticabile volto di Fonzie, ne ha approfittato per farsi un selfie con Ron Howard, l’inseparabile amico di Happy Days. Nemmeno a dirlo, l’immagine è diventata virale in pochi minuti. 
C’è stato tempo anche per l’amore, con Glen Weiss, premiato come migliore regista per uno speciale varietà degli Oscar, che ha chiesto in diretta alla sua compagna Jan Svendsen di sposarlo. La donna ha anche accettato, nonostante la sorpresa e l’evidente imbarazzo. 
E alla fine pace è fatta anche tra Netflix e HBO, che chiudono in diplomatico pareggio con 23 premi ciascuno.

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