22 marzo 2019

L’India torna alla Biennale di Venezia con un suo eroe nazionale: Mahatma Gandhi

 

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Proseguiamo il nostro percorso alla scoperta degli appuntamenti più promettenti che avremo modo di vedere alla 58ma Biennale d’arte di Venezia, in apertura l’11 maggio. Questa volta parliamo del Padiglione dell’India che ritorna in Laguna, precisamente all’Arsenale, dopo otto anni e che, per questa 58ma edizione, celebrerà un importante anniversario nazionale. Nel 2019, infatti, ricorre il 150mo anniversario dalla nascita di Mahatma Gandhi e, come si evince dal titolo programmatico, “Our Time For a Future Caring”, il progetto espositivo sarà incentrato sull’eredità lasciata dalle sue idee, dalle pratiche di disobbedienza civile all’analisi del colonialismo britannico. 
Sette gli artisti invitati alla mostra, curata dal Kiran Nadar Museum of Art di New Delhi: Nandalal Bose, Atul Dodiya, GR Iranna, Rummana Hussain, Jitish Kallat, Shakuntala Kulkarni e Ashim Purkayastha. «L’arte non è altro che l’espressione della cultura di una nazione. È pertanto opportuno che nell’anno in cui celebriamo 150 anni di Mahatma Gandhi, esprimiamo i suoi principi morali attraverso l’arte. Le installazioni e le opere al Padiglione della Biennale di Venezia sono un’espressione dei valori universali gandhiani di verità e di non violenza, di compassione verso i propri simili e verso la natura, di autosufficienza, semplicità e sostenibilità», ha detto Nirupama Kotru, segretaria del Ministero della cultura. 
Pioniere dell’arte modernista, Bose presenterà i suoi Haripura Panels, una serie di manifesti a tempera che prendono spinto dalla ricerca sulle popolazioni rurali dell’India, commissionata da Gandhi nel 1938, per l’Indian National Congress Party. La mostra includerà anche una videoinstallazione ambientale di Kallat, una proiezione attraverso la nebbia di una lettera inviata da Gandhi a Hitler. Purkayastha approfondirà alcuni argomenti poco conosciuti della vita di Gandhi, mentre Dodiya ne interpreterà la pratica della non violenza come linguaggio artistico. Sui principi di tolleranza e pacifismo si concentreranno anche i lavori di Iranna, Hussain e Kulkarni. «Questi sette importanti artisti indiani provengono da tutta l’India e il loro lavoro offrirà delle risposte sorprendentemente differenti sulla figura e sulla filosofia di Gandhi», ha spiegato Kiran Nadar, fondatore e presidente del Kiran Nadar Museum of Art.

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