16 luglio 2018

Goodmorning bambino. Guglielmo Castelli a Berlino

 

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Nel quartiere di Kreuzberg è situato il Kunstlerhaus Bethanien, centro d’arte contemporanea dove dallo scorso ottobre l’artista torinese Guglielmo Castelli sta svolgendo una residenza d’artista. 
Ex ospedale riconvertito in istituzione d’arte contemporanea a partire dal 1975, da allora è sede di numerose attività di natura interdisciplinare che lo hanno reso un punto di riferimento a livello internazionale, che ogni anno ospita artisti con lo scopo di introdurli all’ambiente artistico cittadino, stimolante quanto complesso e rischioso. Da questo incontro con una nuova realtà artistica la ricerca pittorica di Castelli sembra strutturarsi su di un rinnovato rapporto con lo spazio interpretabile sia in termini di rielaborazione della gerarchia degli elementi che costituisce l’essenza del dipinto, quanto nella porzione di ambiente che separa e unisce il pittore dalla sua tela. Ne deriva una concezione più meditata dell’opera pittorica che, oltre a rimirare alle teorie albertiniane, si amplia fino ad accogliere una nuova geografia di gesti e direzioni.
Così le tele realizzate in questo arco temporale testimoniano l’emergere dello sfondo, il quale termina di essere tale per entrare in diretta competizione con le figure ritratte in primo piano. Uno sfondamento prospettico che trova esplicita espressione nell’allestimento di Goodmorning bambino, progetto espositivo presentato tra maggio e giugno dall’artista presso gli spazi al primo piano della Kunstlerhaus Bethanien. L’ambiente è stato allestito secondo una scansione spaziale che rimanda alla scenografia teatrale, disciplina che ha caratterizzato la sua formazione accademica. Posizionate per creare un accordo asimmetrico, le tele lasciano scorrere lo sguardo del visitatore suggerendogli la lettura ordinata di uno spazio composito, introducendolo a una visita in cui ogni collocazione indica un approccio fisico alle tele, differente per ciascuna opera, cui viene riconosciuto un certo grado di autonomia seppure siano tutte ancorate magneticamente ad un insieme effuso. Come una possibile anticipazione di una vicenda di sfondo letterario ancora da fissare su carta, la mostra sembra costruita da storie diverse ma concentriche, abitate da figure enigmatiche intente a cogliere intorno e dentro sé segni dell’esistenza, nella speranza di trasformare la fugace immaterialità delle sensazioni in nuove e anelate solidità. (Alessandra Franetovich)
Foto home e in alto: Guglielmo Castelli, Good morning Bambino, Exhibition view, 2018

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