11 aprile 2005

fino al 19.VI.2005 De Nittis. Impressionista italiano Milano, Fondazione Antonio Mazzotta

 
Dopo Roma fa tappa a Milano una ricca monografica. Dagli esordi nel segno del vedutismo napoletano alle fascinose ed eleganti parigine. Pittura d’atmosfera, giapponismo e voglia di raccontare la vita contemporanea. Fu davvero impressionista? Forse no…

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Un grande autoritratto di Giuseppe De Nittis (Barletta 1846 – Parigi 1884) accoglie il visitatore; in piedi appoggiato ad un caminetto, sembra farsi da parte per lasciare ammirare il lussuoso arredamento della sua casa di rue Viète.
Il percorso espositivo inizia però dalla sala al piano di sotto della Fondazione, con il primo De Nittis, quello della scuola di Resina e dell’influenza palizziana; il pittore della campagna meridionale bruciata dal sole, del contrasto tra l’azzurro smaltato del cielo e il giallo ocra delle fattorie (La Masseria). Gli stessi due colori con i quali quasi cento anni prima Thomas Jones aveva celebrato il cielo di Napoli e le mura di tufo delle case.
De Nittis in questa prima fase è un artista ancora alla ricerca di uno stile, che sperimenta una pittura nitida, ricca di particolari (L’Ofantino), ma anche effetti di luce e di atmosfera, paesaggi appena accennati in cui le immagini si dissolvono nelle pennellate di colore (Golfo di Napoli riflessi solari). La Traversata degli Appennini è una delle opere più convincenti del periodo che precede l’incontro con la pittura d’oltralpe: una carrozza sotto un cielo coperto di nuvole grige, uno sprazzo di luce che si riflette sulla strada bagnata. Notevole il senso di profondità e la capacità di descrivere l’attimo, che sarà una delle caratteristiche dell’opera matura del pittore pugliese.
Giuseppe de Nittis, La traversata degli appennini
Nel 1867 il trasferimento a Parigi, l’incontro con gli impressionisti, con il giapponismo e i salotti mondani. “Sotto l’influsso dei giapponesi De Nittis osservò che la vita spesso ci presenta le cose sotto angolazioni speciali, inedite allora in pittura… e si compiacque delle più audaci impaginazioni” (Enrico Piceni). Come in Dall’alto della diligenza, che ripropone un tema caro all’artista, quello del viaggio, delle strade polverose che attraversavano il sud dell’Italia. La strada da Napoli a Brindisi, poco distante, è una delle sorprese della mostra, riproposto “dopo novant’anni di assenza dalla scena espositiva”.
L’influenza dell’arte giapponese si avverte nei tagli compositivi (inusuale e efficace quello di In fiacre), nella scelta dei motivi (Sotto il ponte ricorda le stampe di Hiroshige) e nelle immagini che ritraggono le parigine infreddolite a passeggio nelle strade innevate della città. Non a caso Lezioni di pattinaggio e Effetto di neve sono esposti nella sezione dal titolo “Il matrimonio con la musa giapponese”. Le figure sono esili silhouettes scure sul fondo chiaro, isolate in una parte del dipinto che lascia gran parte della tela vuota, com’è caratteristico della pittura sumi-e (l’osservazione è di Moscatiello autrice di un bel saggio in catalogo).
Dopo Parigi Londra; De Nittis ritrasse l’atmosfera fumosa e densa della città (Westminster bridge) dove i profili degli edifici sembrano emergere con fatica dalle nubi e le persone si muovono frettolose e indistinte (Trafalgar Square). Londra capitale finanziaria ed economica, ben diversa dalla elegante Parigi. Una delle opere più belle dedicate alla città francese è La Profumerie Violet in cui la passione per il racconto si accompagna ad una tecnica straordinaria.
Giuseppe de Nittis, L
In chiusura tante immagini (non tutte ugualmente felici) dell’onnipresente moglie Leontine e le corse dei cavalli, racconti di vita borghese diverse da quelle che negli stessi anni dipingeva Degas; il francese cercava di cogliere l’emozione e la tensione della corsa, De Nittis descrive il mondo elegante che sta intorno.
Alla fine del percorso è inevitabile ripensare al titolo della mostra Impressionista italiano. Ma De Nittis fu davvero impressionista? Con gli impressionisti condivise il clima culturale, l’interesse per la vita moderna e per gli effetti di atmosfera; ma se Monet con i suoi colori coglie un attimo di luce, De Nittis racconta un attimo di vita “con uno stile certamente nuovo ma che fa un passo indietro rispetto all’innovazione impressionistica” (Ferrario). D’accordo allora con Piceni che scrisse “fu essenzialmente un pittore di atmosfera. Tutto ciò che egli dipinse vive in un clima che può solo definirsi denittisiano”.

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antonella bicci
mostra visitata il 21 marzo 2005


De Nittis. Impressionista italiano / Dal 22/03/2005 al 19/06/2005 – Fondazione Antonio Mazzotta – Foro Buonaparte 50, Milano – Info tel. 02.878197; fax 02.8693046; informazioni@mazzotta.it – Ufficio stampa: Alessandra Pozzi; ufficiostampa@mazzotta.it – Sezione didattica info (lun ven 10-15) 02.86912297; didattica@mazzotta.it – www.mazzotta.it – Ingresso: intero euro 8,00; ridotto euro 5,50/4,50 – Orari: 10.00/19.30; martedì e giovedì 10.00/22.30; chiuso il lunedì; apertura festiva lunedì 28 marzo e lunedì 25 aprile; domenica 1 maggio; giovedì 2 giugno (10.00/19.30) – Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta euro 35 in mostra, 42 in libreria; catalogo per ragazzi De Nittis. Peppino e il ventaglio magico euro 14

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