15 febbraio 2006

fino al 7.V.2006 Leonardo Drew / Nari Ward Siena, Palazzo delle Papesse

 
L’object trouvè come base di partenza per la narrazione di storie e concetti. E per la costruzione di una forma capace di dialogare con i processi evolutivi. Due artisti afroamericani a confronto...

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Il Palazzo delle Papesse propone due personali: Leonardo Drew e Nari Ward, entrambe afroamericani, residenti a New York, poco più che quarantenni e legati da un rapporto di amicizia. Per Drew si tratta del primo assolo in Europa all’interno di una sede istituzionale, mentre Ward è già stato in Italia: recentemente alla GAM di Torino e nel 2002 in occasione di Arte all’Arte, organizzata dalla Associazione Continua di San Gimignano.
Nari Ward lavora essenzialmente sul concetto di narrazione, un’idea che gli oggetti scelti tra gli ammassi di rifiuti e rottami abbandonati per le strade della Grande Mela riescono bene ad evocare. L’oggetto raccolto acquisisce, grazie all’intervento della Raffineria di Ward, la capacità di raccontare una storia, spesso totalmente discordante da quella che di primo acchito potrebbe suggerire o che suggeriva all’origine: si assiste ad un totale affrancamento dell’oggetto dalla schiavitù della funzionalità. Non si tratta di semplice riciclo, ma di un assemblaggio di elementi narrativi destinati a raccontare emozioni, situazioni, eventi, pensieri.
Attraverso l’accostamento di materiali rudi, sporchi, metallici, arrugginiti, emblemi della società dei consumi e di quella tipicamente americana, Ward raggiunge esiti a tratti poetici e leggeri, come in Lazarus, Bottle Whispers, Land ed En Trails, ma evidenzia anche il concetto di opposizione, di attrazione/repulsione, di paradosso ed esagerazione. Come avviene in Silent Birdhouse o in Copulation Series: Missionary, 69, Doggy.
In una direzione completamente opposta la ricerca di Leonardo Drew, decisamente più schivo e meno estroverso di Ward, abituato ad allestire in piena solitudine le sue sculture,Leonardo Drew, Number 103, 2006 quasi fosse geloso del dialogo che egli personalmente intesse con l’oggetto, con la materia. Drew non procede ad un assembramento di oggetti raccolti qua e là, bensì costruisce personalmente e con estrema cura tutti gli elementi che serviranno poi a dar vita a composizioni spesso declinate sotto forma di griglie dal sapore minimalista. Non c’è intento narrativo come in Ward, non c’è un messaggio immediato che arriva dritto al cuore e alla mente dello spettatore, ma soltanto un accumularsi di aspettative e risposte, una forma soltanto suggerita, oltre la quale ognuno può vedere ciò che vuole. In un parallelismo tra processo naturale e pratica di studio, Drew sottopone i suoi materiali a qualsiasi angheria: li bruciacchia nel forno come in Number 28, li sottopone a pressione e assemblaggio come in Number 105, li espone agli agenti atmosferici a agli effetti del trascorrere del tempo come in Number 103. Ogni cosa è destinata, come in qualsiasi processo esistenziale –e in qualunque destino umano- ad un processo di distruzione e decadimento: in questo sta il tono tragico ed oscuro di molti dei lavori di Drew.
Nari Ward e Leonardo Drew hanno realizzato in collaborazione un’opera per l’ingresso del Palazzo: una struttura fatta di impalcature che servono da ponte per poter instaurare un dialogo, che implicano uno spazio temporaneo, in costruzione, un momento di riflessione. Come lo stesso Ward l’ha definita, si tratta di una “danza tra narrativa e fisicità”.

sara paradisi
mostra visitata il 4 febbraio 2006


dal 4 febbraio al 7 maggio 2006
Leonardo Drew – Existing everywhere
Nari Ward – The Refinery X: a Simple Twist of Fate
a cura di Lorenzo Fusi
Palazzo delle Papesse, Via di Città, 126 Siena
dal martedì alla domenica 11.00 –19.00
prezzo dei biglietti: intero 5€, ridotto 3,50€
tel. 0577/22071 – fax 0577/42039
www.papesse.org  – info@papesse.org
cataloghi: Gli Ori, edizione bilingue italiano/inglese, con saggi critici di Lorenzo Fusi, Ralph Lemon, Marco Pierini, Barry Schwabsky


[exibart]

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