30 giugno 2006

fino al 8.X.2006 Arnaldo Pomodoro. Antologica Reggio Emilia, Palazzo Magnani Correggio (re), Palazzo dei Principi

 
Forme dilaniate, corrose. Per mostrarci i complessi meccanismi che animano la materia. Le sculture di un grande maestro come operazioni concettuali...

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Ci sono cinquant’anni di carriera nella grande antologica che Reggio Emilia dedica a Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926). Articolata in due differenti sedi espositive –Palazzo Magnani nel centro cittadino e Palazzo dei Principi nella vicina Correggio–, la mostra propone più di quaranta sculture e novanta opere grafiche (calcografie in rilievo) in un percorso espositivo che include anche le strade della città emiliana. Punto di partenza è il 1960, anno in cui lo scultore diede vita insieme a Novelli, Dorazio e Perilli al gruppo “Continuità”. Si tralasciano, quindi, solo gli inizi con il fratello Giò (Orciano di Pesaro, 1930) nell’oreficeria, attività che gli permise tuttavia di partecipare – in veste di decoratore – alla Triennale di Milano del 1954 su invito di Lucio Fontana e successivamente alla Biennale di Venezia del ‘56. Quest’anno segna anche l’esordio nella scultura e la conseguente separazione artistica dei due fratelli. Arnaldo, infatti, anche se nel 1957 aveva firmato il manifesto nucleare “Contro lo stile” assieme a Enrico Baj, Piero Manzoni, Mario Colucci, il fratello Giò, Arman, Yves Klein e molti altri, iniziò a lavorare individualmente sul rilievo, approdando a un’idea della forma come materia indistinta che fatica a emergere e a dichiarare un’identità precisa. Ma è comunque dal 1960 che lo scultore sentì, forte, l’esigenza di dare una svolta al proprio iter creativo abbandonando l’ambito dell’informale materico per Arnaldo Pomodoro - Foto di Bob Krieger sperimentare quello segnico. Iniziò a rendersi conto che la perfezione della forma diventava sempre più inconciliabile con il presente e quindi andava “disturbata” se non addirittura stravolta e distrutta. Nascevano così le “Sfere”, forme geometriche perfette che l’artista non esita a spaccare per cercare l’oscurità degli spazi interni e portare finalmente in superficie gli ingranaggi che le animano. Oltre a queste, in mostra sono presenti anche i grandi dischi, le colonne, le steli, i cippi; opere che si lasciano ammirare per la perfezione di una forma che l’artista contribuisce a impreziosire con la lucida sincerità delle sue “ferite”. Pomodoro riesce a sviscerare, con estrema efficacia, tutto il potere di un inconscio che ha saputo abbandonare l’oscurità magmatica degli esordi per svelarsi improvvisamente in tutta la sua tragica modernità.
Reggio Emilia così presenta un percorso nitido e ordinato, capace di raccontare una carriera dedicata alla ricerca di matrici sempre differenti ma comunque riconducibili a un unico grande disegno. Il cammino che unisce “La colonna del viaggiatore” del 1960 all’opera del 2003 “Soglia: a Eduardo Chillida” sembra non conoscere zone d’ombra o bruschi ripensamenti in un continuum artistico evidenziato anche dalle opere esposte lungo Corso Garibaldi che si sposano alla perfezione con le architetture storiche della città in una sorprendente funzionalità estetica.

nicola bassano
mostra visitata il 24 giugno 2006


Dal 25 giugno al 8 ottobre 2006
Orari:
Biglietti: 7 euro (intero), 5 euro (ridotto), 2 euro (studenti)
Catalogo: Edizioni Skira

Palazzo Magnani
Corso Garibaldi 29, Reggio Emilia
Palazzo dei Principi
Corso Cavour 7, Correggio (Re)
T. 0522 454437
www.palazzomagnani.it


[exibart]

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