31 gennaio 2007

fino al 25.II.2007 La Madonna Lia La Spezia, Museo Lia

 
Dieci anni di un Museo (e di una collezione) che ha rilanciato la vita culturale e artistica della capitale delle Cinque Terre. Con una sorpresa: un piccolo dipinto devozionale eseguito nello studio milanese di Leonardo. Una Madonna che racconta una lunga storia...

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Sarà perché ospita l’arsenale militare. Sarà perché fu riveduta e corretta ai tempi di re Umberto, uomo di pochi fronzoli, che la disseminò di severi palazzi borghesi. Sarà per il suo profilo architettonico littorio. Fatto sta che La Spezia ha da sempre fama di città austera e praticona, tutta sostanza, forse un po’ chiusa a dispetto del mare. Ma in via Prione, non lontano dalla piazza coperta dove ogni giorno si tiene il chiassoso mercato delle verdure e del pesce, tra le botteghe dell’isola pedonale che occupano i palazzi dove fino a pochi decenni fa sorgevano i “casini”, e a pochi passi da “Pia la Centenaria” -il mitico “fast food” che da oltre un secolo serve una farinata da passeggio divenuta ormai leggendaria- pulsa il cuore artistico della capitale delle Cinque Terre.
Bei tempi, questi. La città che diede i natali ad uno scrittore ironico e iconoclasta come Giancarlo Fusco, l’isola felice dove Virginia Oldoini –a tutti meglio nota come la Contessa di Castiglione– trascorse la prima infanzia prima di infilarsi nel letto dell’imperatore francese per aiutare la causa dell’unità d’Italia, il porto dove Wagner trovò l’ispirazione per il preludio all’Oro del Reno, è oggi un polo culturale in forte ascesa. Fulcro della rinascita, il Museo Civico Amedeo Lia, nato il 3 dicembre del 1996 per ospitare l’omonima collezione, che ora festeggia i suoi primi dieci anni con un bilancio in attivo e con un piccolo gioiello: la Madonna Lia, eseguita nello studio milanese del geniale Leonardo verso la fine del Quattrocento.
Un’opera che ha una storia tutta da raccontare. Com’è noto, a Milano Leonardo era stato chiamato per lavorare alla corte di Ludovico il Moro. Ma tra le opere civili e militari, le decorazioni del castello, i costumi e gli scenari per le epiche feste del duca e i ritratti delle sue numerose amanti, certo non gli restava molto tempo per esaudire le richieste di piccoli dipinti devozionali che gli arrivavano da ogni dove. Cose da bottega, dovette pensare. Motivo per cui questi lavori di minore importanza –niente di paragonabile al monumento equestre a Francesco Sforza– finì per appaltarli, il più delle volte, ai garzoni della sua bottega, che li eseguivano Francesco Napoletano, La Madonna Lia prendendo a modello suoi vecchi disegni. Nella bottega di Leonardo, del resto, lavoravano allievi molto promettenti: Marco d’Oggiono, Giovanni Boltraffio, Ambrogio de Predis e Francesco Galli, detto “Napoletano” per le sue origini. E proprio quest’ultimo, secondo David Alan Brown della National Gallery di Washington, sarebbe stato l’esecutore materiale della Madonna Lia. Gli indizi? Affinità stilistiche molto forti. Del Napoletano si conoscono due opere sicuramente autografe, entrambe conservate alla Kunsthaus di Zurigo: la Vergine con il Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano e una Madonna con il Bambino a mezza figura, molto simile alla Madonna Lia. Entrambe rivelano un forte debito nei confronti di Leonardo: la Madonna, soprattutto, riecheggia in maniera lampante la Vergine delle rocce di Londra. E poiché la Madonna Lia presenta la stessa composizione (la posizione della Vergine e quella del Bambino, pressoché identiche all’opera di Londra) ed elementi molto affini (le finestre, il parapetto in pietra grigia, il paesaggio), l’attribuzione a Francesco Napoletano sembra la conclusione più ovvia.
A suggerire la datazione dell’opera, invece, un particolare: sullo sfondo, dalla finestra alle spalle della Vergine, si intravede il Castello Sforzesco, che fu costruito da Francesco Sforza verso la metà del Quattrocento. Ludovico, tra la fine del 1494 e i primi mesi del 1495, cercava di legittimare il suo comando –ottenuto in modo non troppo lecito– con una serie di iniziative di propaganda e di autocelebrazione che avevano il loro fulcro nella basilica di Santa Maria delle Grazie e, appunto, nel castello. Probabilmente, dunque, la Madonna Lia fu eseguita in questo contesto e su richiesta di un committente d’eccezione: proprio il Moro, desideroso di rimarcare anche nel privato il suo potere.
Resta aperta la questione del se e come Leonardo abbia partecipato alla stesura del dipinto. Sta di fatto che l’opera, di pregevolissima qualità, costituisce un altro tassello di notevole impatto in una collezione privata che si conferma essere, secondo quanto ebbe a dire Federico Zeri, la più importante d’Europa per i dipinti tra Due e Quattrocento, pari solo -per gusto e raffinatezza- a quella veneziana del Conte Cini.
Del resto, la collezione Lia è stata messa insieme con grande pazienza e passione.
“Oggi”, spiega il direttore del Museo, Andrea Marmori, “comprende opere che spaziano dall’età classica a quella moderna, passando per il Medioevo. Miniature, sculture di tutti i materiali -bronzo, argento, rame, avorio, legno-, vetri, maioliche, ma soprattutto dipinti. Accanto a nomi di prim’ordine (PietroLeonardo da Vinci, La Vergine delle rocce, Parigi, Louvre Lorenzetti, Borgognone, Raffaello, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Foppa, Sebastiano del Piombo, Giovanni Bellini, il Romanino, il Magnasco, Bernardo Bellotto, Pietro Longhi) troviamo artisti come Bernardo Daddi e altri “primitivi”, Vivarini, Ludovico Mazzolino e Giovanni Cariani magari meno noti al grande pubblico, ma comunque di sicuro impatto”.
Una collezione che ha avuto il pregio, in dieci anni, di rilanciare la città nel grande circuito turistico internazionale. “Il bilancio di questi due lustri”, conferma Marmori, “è ampiamente positivo, il numero dei visitatori è in continua crescita e ciò fa ben sperare per il futuro. Prima di ospitare la Madonna Lia abbiamo avuto un buon successo con la mostra dedicata ai capolavori veneziani della collezione, che proponeva opere eccezionali di artisti come Bellotto, Tintoretto, Sebastiano del Piombo. E poi ci sono le conferenze e gli incontri”.
Com’è il rapporto tra Museo e la città? “Ottimo, direi. Non solo esistono agevolazioni per gli spezzini che vengono a visitarci, ma abbiamo varato una serie di iniziative con le scuole di ogni ordine e grado: visite guidate, laboratori e incontri. Cerchiamo di stimolare i più giovani a rapportarsi con le opere del Museo, a studiarle e ad ispirarsi ad esse per la loro creatività, disegnando o dipingendo essi stessi. Lavori che alla fine sono esposti con in una mostra ad hoc nei locali del Museo. Credo sia una bella gratificazione”.
Negli ultimi anni la città ha visto, accanto al Lia, l’apertura del Centro Arte Moderna e Contemporanea: insieme alle collezioni archeologiche del Museo Formentini al Castello di San Giorgio, al Museo Tecnico Navale e al Museo del Sigillo: “Non voglio trarre conclusioni affrettate, ma una cosa è certa: oggi La Spezia è davvero il centro vivo delle Cinque Terre e l’offerta non è più solo turistica, basata fondamentalmente sul mare, ma si articola anche a livello artistico e culturale, esercitando un forte anche dall’estero. Per il nostro futuro, è più di una promessa”.

elena percivaldi
mostra visitata il 18 dicembre 2006


La Madonna Lia. Francesco Napoletano nella bottega di Leonardo a Milano
fino al 25.II.2007 – La Spezia, Museo Lia (Via Prione, 234)
Orario: 10 – 18, lunedì chiuso.
Ingresso: 6 euro intero,4 euro ridotto (il biglietto d’ingresso alla mostra è comprensivo del biglietto di ingresso al Museo). Per informazioni e prenotazioni: tel. 0187.731100 E-mail: segreteria.museolia@comune.sp.it
Sito: www.castagna.it/musei/mal


[exibart]

2 Commenti

  1. sicuramente la mostra è molto bella.
    sicuramente è un’evento importante e negli ultimi la vita culturale di la spezia è cresciuta.
    sicuramente la spezia è sul mare e le cinque terre son nella sua provincia, ma…
    NON NE E’ LA CAPITALE!!!
    chi consce le cinque terre sa che pur essendo cinque paesi hanno un’identità comune. sa che che hanno una anima in comune con la riviera di levante, ma…sicuramente con con la spezia!!non con l’arsenale, non con il porto commerciale.

    facciamo attenzione ai titoli, per favore.

    comunque la mostra è notevole.
    grazie.

  2. Ho letto il tuo messaggio , ma che cosa vuoi dire ? cATILALE MAMNCATA DI CHE è LA SPEZIA ? Di fronte ad un’opera eccelsa come quella della Madonna Lia come puoi portare il tuo discorso verso un territorio , che è tra l’altro, uno dei piu’ belli al mondo… Compresa la piccola ma cultutalmente grande La Spezia- Un abbraccio Luciano

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