26 luglio 2007

fino al 19.VIII-16.IX.2007 Gianfranco Ferroni Milano e Bergamo

 
Milano e Bergamo celebrano uno dei grandi del dopoguerra Italiano. Dal Realismo Esistenziale alla Pop, fino alle metafisiche stanze vuote. Due cataloghi e due mostre-“gioiello”…

di

Rendere concreta e visibile l’ansia metafisica comune a tutti gli esseri umani. Questa l’impresa impossibile con la quale si è cimentato Gianfranco Ferroni (Livorno, 1927 – Bergamo, 2001) lungo tutta la sua vita pittorica. Lo celebrano ora, a sei anni dalla morte, le sue due città adottive: Milano e Bergamo.
Ferroni ha attraversato molte fasi, sempre instaurando dialoghi proficui con il sentire degli anni che stava di volta in volta vivendo. A partire dagli anni del Realismo Esistenziale, nei quali alterna ritratti corposi ad altri scomposti, “post-atomici”. È qui evidente il gioco di rimando con l’Espressionismo Astratto e soprattutto con l’Informale, declinato nella sua versione più angosciante e legata alla materia, che rappresenta metaforicamente l’etereo e l’impalpabile.
Segue una straordinaria stagione Pop nella quale l’artista declina le proprie visioni precedenti in chiave più piatta e cromaticamente definita. Entrano sulla tela segni della società dei consumi, in particolare i rifiuti, gli scarti. Questa stagione produce poi anche i dipinti raffiguranti la metropolitana milanese, quasi un penchant italiano dei cinema di Colin Self, grande della Pop inglese.
Gli oggetti di scarto, ormai inerti e inutilizzabili, caratterizzano anche l’ultima fase di Ferroni. In essa il pittore produce visioni del proprio studio vuoto di presenza umana: lo popolano solo il cavalletto, oggetti posti sul tavolo, addirittura mozziconi sparsi sul pavimento. Inoltre, i lenzuoli ferroniani, vere e proprie sindoni laiche, simulacri allestiti da un uomo che sembra ormai presentire la propria morte. Ferroni è artista che ha il coraggio estremo di rappresentare la propria figura (sGianfranco Ferroni, A mosca-cieca, 1967, Olio su tela, 98 x 114 cm, Collezione privata, Bergamo, Courtesy Galleria Ceribelli pesso la propria ombra) come indifferenziata rispetto agli oggetti, come “equivalente” al cranio equino che costella le sue opere.
Milano ospita Ferroni a Palazzo Reale, in sale che, solitamente inadeguate, prendono vita e luce grazie alle opere. In mostra sono esplicitati i confronti con gli altri artisti con cui egli intersecava la sua poetica. Peccato che di Hockney, Freud, Blake e degli altri siano presenti opere minori; e proprio l’inadeguatezza delle opere “di confronto” ha determinato il ritiro di Marco Vallora dalla curatela della mostra milanese, motivato in catalogo da un documentatissimo e sentito “lamento” scritto dal critico.
Se Milano opera antologicamente, Bergamo, nella mostra organizzata dalla GAMeC, sceglie il taglio analitico trasversale. L’allestimento di Mario Botta –davvero indimenticabile- consente di mettere a confronto quindici “stanze” e quindici “autoritratti”, contornati dal resto della mostra. Vengono poi esplorate in entrambe le mostre la pratica incisoria e quella fotografica, entrambe di valenza assoluta ed autonoma. Le due mostre intendono costituirsi come definitiva affermazione di Ferroni presso pubblico e critica; e la mostra di Milano costituisce un punto fermo e di grande riuscita nella travagliata ma propositiva Bella estate dell’arte predisposta dall’assessore Sgarbi.
Un’ultima segnalazione: entrambe le mostre sono corredate da cataloghi-gioiello; quasi due manuali di scrittura critica applicata, soprattutto per quanto riguarda i testi di Marco Vallora e la sua intervista a Luca Ronconi. Due mostre e due cataloghi per conoscere definitivamente uno dei grandi del nostro dopoguerra.


stefano castelli
mostre visitate il 4 e il 17 luglio 2007


dal 4 luglio al 16 settembre 2007 – Ferroni
Milano, Palazzo Reale – Piazza Duomo, 12 (zona Duomo)
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30, giovedì 9.30 22.30, lunedì 14.30-19.30
Prezzi: intero euro 7, ridotto 5 (comprensivo della mostra “Botero”)
Info: 02-875672 – www.comune.milano.it/palazzoreale
Catalogo Skira con testi di Vittorio Sgarbi, Marco Vallora, Alberto Boatto, Silvio Lacasella, Franco Marcoaldi, Casimiro Porro, Valerio Magrelli, e interviste di Marco Vallora a Luca Ronconi e Gianfranco Ferroni. Euro 40, in mostra euro 35.

dal 31 maggio al 19 agosto 2007 – Gianfranco Ferroni
Mostra organizzata dalla GAMeC
A cura di M. Cristina Rodeschini, Marco Vallora e Marcella Cattaneo.
Bergamo, Palazzo della Ragione – Piazza Vecchia, Bergamo Alta
Orari: ma-ve 13-19, gio 13-20, sa e do 10-19.
Tutti i sabati di luglio fino alle 22.
Prezzi: intero euro 6, ridotto euro 4.
Info: 035-236962 – www.gamec.it
Catalogo Lubrina editore con testi di Marco Vallora, Maria Cristina Rodeschini, Alberto Veca, Mina Gregori, Vittorio Sgarbi e Mario Botta, euro 30


[exibart]

1 commento

  1. Incantevole e ottimo presentazione delle opera.

    Passare dalla mostra di botero a Ferroni è sembrato di uscira dal supermercato per entrare in chiesa.

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