03 ottobre 2008

AMACI ANCORA…

 
L'arte contemporanea c'è, ed è viva e vivace. È con questo spirito che l'Amaci, l'associazione che raccoglie i direttori di alcuni fra i più importanti musei d'Italia, dà vita a una nuova Giornata del contemporaneo. Appuntamento domani, sabato 4 ottobre. Per un'iniziativa che vede di anno in anno crescere il proprio successo. E che sancisce sempre più la necessità per il futuro dell'arte di “fare sistema”, sviluppare nuove strategie e credere nelle nuove generazioni. Non solo quelle artistiche...

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Quest’anno sono 800 le istituzioni che hanno aderito, oltre ai 24 musei di Amaci – anche loro sparsi capillarmente sul territorio nazionale -, alla quarta Giornata del contemporaneo indetta dalla associazione AMACI appunto e che l’anno scorso ha visto la partecipazione di ben 100mila visitatori. Musei aperti gratuitamente sabato 4 ottobre, dunque, ma non solo: vi saranno anche vernissage, tavole rotonde, seminari, presentazioni di libri e iniziative didattiche.
Un’esigenza di relazionarsi e di fare rete messa bene in evidenza dalla presidente Gabriella Belli, che nel suo intervento in sede di presentazione ha voluto esplicitare il perché della nascita di questa iniziativa: la necessità imprescindibile del confronto col contemporaneo, non solo da parte delle istituzioni e del mondo della cultura, ma anche del comune avventore, che spesso tende a vedere l’opera coeva come qualcosa d’incomprensibile e quindi, ipso facto, fuori dalla sua portata. L’accento posto da Gabriella Belli sulla possibilità di suscitare comunque curiosità, di mettere in moto indipendentemente da tutto un motore intellettuale e spirituale, al di là dell’addentrarsi del fruitore “della strada” nell’articolata comprensione della produzione artistica odierna, suona già come una dichiarazione d’intenti.
Il logo della quarta Giornata del Conteporaneo
E poi il “fare rete”. Strategia che già l’Amaci mette in opera con la sua stessa esistenza, ma che si vorrebbe ancor più strutturata ed efficace, soprattutto in rapporto col territorio. Un network che ha e deve avere una serie di risvolti importanti: la creazione di un supporto altamente professionale e professionalizzante, la possibilità di condividere idee ed esperienze, piani formativi e didattici da realizzare in sinergia, strategie di comunicazione da ideare e da realizzare in reciproca collaborazione. Tutto ciò che Amaci fa e vuole continuare a fare, col sostegno di enti pubblici e privati.
Importante soprattutto, fra questi ultimi, il ruolo dominante ricoperto dalle banche, com’è stato ribadito da Carmine Lamanda, Head of Institutional Bodies Strategy Advisory di Unicredit. Banche che non si vedono più come semplici sponsor, ma come veri e propri partner di progetto, nell’ottica della strategia d’impresa: così come nell’imprenditoria finanziano una visione innovativa e lungimirante di quella che sarà la società futura, allo stesso modo c’è la volontà di proiettarsi all’interno della produzione artistica attuale con una vera e propria ottica d’investimenti.
Giacinto Di Pietrantonio, vicedirettore dell'Amaci
Un rapporto col territorio, si diceva, che certo ha delle caratteristiche inevitabilmente sui generis. Come sottolineato dal neoeletto Direttore generale della Parc – che sostituisce la precedente definizione di Darc dell’istituzione che monitora e tutela l’arte e l’architettura contemporanea in Italia -, Francesco Prosperetti, se è vero che i musei italiani si sono sempre distinti per un particolare rapporto con il territorio, soprattutto in virtù della loro storia, nel momento in cui si ha a che fare con l’arte contemporanea ecco che questa relazionalità si perde. O meglio: ci si rifà a un territorio che non è geografico e non è certo rappresentato dal contesto ambientale e dalla storia museale italiana.
C’è quindi la necessità di approcciarsi alla nuova realtà con strumenti nuovi e un diverso spirito, spirito che l’associazione è fortemente intenzionata a rappresentare. Dei 24 musei appartenenti all’Amaci, sottolinea Prosperetti, solo tre sono di proprietà statale, mentre le altre sono istituzioni pubbliche rappresentative di realtà locali, un universo “parallelo” ma vitale, a cui è necessario rivolgere la massima attenzione. Il rapporto vivo e dialettico di questa realtà con la struttura centrale è la vera speranza per il futuro dell’arte in Italia, quindi, ed è ciò che più di tutti può avvicinare il Paese agli altri partner europei. Non a caso, il programma per gli acquisti della Parc è già un segno di quest’attenzione al territorio “non geografico”, visto l’interesse dimostrato dalla direzione verso la giovane arte italiana, già oggetto di un premio indetto con la collaborazione dei direttori dei musei di arte contemporanea.
Sandro Bondi
Un altro punto importante, messo sul tavolo dall’associazione e accolto con interesse dal Ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi, è stato quello degli aiuti alla diffusione e circolazione dell’arte contemporanea, con la proposta della defiscalizzazione per chi dona opere contemporanee ai musei e iva agevolata per chi le acquista.
Last but not least, il rapporto con le giovani, anzi, giovanissime generazioni. Non a caso il partner sociale di quest’anno è rappresentato dall’Unicef, il cui direttore generale per l’Italia Roberto Salvati ha voluto ricordare come, fra i diritti dell’infanzia, non vi siano solo quelli materiali ma anche il diritto all’accesso a una libertà d’espressione e di un’indipendenza di spirito e di pensiero che solo nei primi anni di vita è possibile costruire.
Testimonianza a cui ha fatto eco l’appello della Presidente a una cultura del contemporaneo senza divari sociali e che, quindi, cominci sin dalle primissime classi. Insieme alla volontà del Ministro Bondi ad aprire gratuitamente i musei italiani alle diverse istituzioni scolastiche.

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valeria silvestri




*foto in alto: particolare del logo della Giornata, realizzato da Paola Pivi

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5 Commenti

  1. ma con più di venti direttori / direttrici non ce n’era uno più fotogenico da inserire nell’articolo? anche chi si occupa d’arte deve attirare il pubblico…

  2. Ma il MADRE di NAPOLI non è parte dell’AMACI?
    Ma perchè il direttore Cicelyn certe scelte mnon le relaziona all comunità, che gli da lo stipendio, sembrerebbe anche alto. Immagino già quel suo tono inutilmente snobistico: “ma a che servono queste cose!!!!!”
    Che vergogna! Ma un concorso, un sano concorso, come si fa ovunque, per direttore e curatore a Napoli perchè no????????
    Ed oggi Bassolino ha ricevuto un altro avviso di garanzia…, e noi zitti. Tutti.
    E poi a Bonito Oliva, che è nel comitato scientifico del Madre: non ti sbattere troppo se a Rivoli sembra che non si farà un concorso per nominare il nuovo direttore. Nel tuo museo, il Madre,non solo non si è mai fatto, ma non si sa neanche se mai si farà.

  3. Sono in pieno allestimento, domani ho battuto ogni MIO record:due mostre da inaugurare in una sola serata!!
    Ma sono molto contenta di sostenere AMACI.
    Stanca ma contenta.
    Simona manidesign

  4. Belíssima iniciativa a de organizar uma Giornata de arte a nível nacional.
    Todos os países deveriam ter iniciativas como essa.
    Me sinto honrada, por estar participando da Giornata del contemporaneo, com a apresentação de uma de minhas obras, que agora pertence a Coleção MAUI.
    Desejo muito sucesso!!
    Rose Canazzaro

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