21 dicembre 2009

fino al 6.I.2010 Il muro di Berlino Roma, Palazzo Incontro

 
Vent’anni dopo la caduta del muro c’è ancora voglia di descrivere quell’orrore, iniziato a Berlino nel 1961. Raccontando tracce di vite spezzate, consegnate per sempre alla storia...

di

Occhi. Occhi che si cercano, che sfuggono, che guardano
l’obiettivo. Occhi di odio e paura, di speranza e gioia. Occhi che mentono. La
mostra fotografica Il Muro di Berlino. Vent’anni dopo è un insieme di sguardi, quelli
dei protagonisti che parteciparono alla difficile storia che coinvolse Berlino
e l’Europa tutta a partire dal 1961, anno in cui iniziò la costruzione del
celebre muro.
166 chilometri di cemento, recinti e filo spinato, simbolo
della Guerra Fredda e della divisione fra il blocco sovietico e quello
occidentale. Una barriera non solo materiale, ma soprattutto ideologica. Una
barriera che è subito diventata il simbolo del
mancato rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei cittadini.
Perché, al di là della politica, tanti sono stati gli uomini e le donne che
hanno sacrificato la propria vita per tentare di oltrepassare quel muro e che
hanno cercato con tutte le loro forze di recuperare dignità e affetti.
La mostra – ottanta scatti in bianco e nero e
a colori che hanno fatto già il giro del mondo – si apre con la menzogna di Walter
Ulbricht, capo di Stato della Ddr e segretario del Partito Socialista Unitario
della Germania, che nel giugno del ’61 negò che ci fosse un progetto di
divisione della città. Solo due mesi dopo iniziarono i lavori: le foto
documentano Berlino invasa da soldati e carri armati, mentre folle di persone
restano a guardare.
Ullstein Bild C.T. Fotostudio - Checkpoint Charlie - 10 novembre 1989 - fotografia
Altre immagini raccontano l’ammodernamento del muro,
avvenuto nel 1975, con un cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri, e il
ridicolo tentativo delle autorità di integrarlo nel paesaggio cittadino, quasi
come se fosse possibile non vederlo.
Sono scatti impietosi nella loro veridicità,
immagini rubate, che sembrano pulsare di vita. Ovviamente per lo più scattate
nella parte occidentale della città, perché in quella orientale terrore e
censura erano parole da cui era impossibile prescindere.
Si continua con l’abbattimento del muro,
iniziato nel 1989: i soldati, i camion, le ruspe impiegati nella demolizione
partecipano a un sogno collettivo, che si ritrova nei colori delle immagini,
nei sorrisi della gente, nelle espressioni artistiche, negli abbracci lunghi
trenta interminabili anni, nelle lacrime di gioia e di rimpianto per chi non ha
potuto assistere a quel momento di liberazione. Ma anche nelle tensioni tra la
folla e la polizia di frontiera, impreparata a sostenere l’entusiasmo in
seguito all’apertura dei varchi.
H. Fiebig - Porta di Brandeburgo - 13 agosto 1961 - fotografia
Infine, l’ultima parte, quella che ritrae una Berlino
contemporanea, non più divisa in due, una città che orgogliosamente mostra di
saper ripartire daccapo. Guardando avanti, verso una nuova identità, e
chiudendo i ponti con un passato ingombrante e doloroso. Senza per questo
dimenticarlo.

articoli correlati
La
caduta del Muro

marzia apice
mostra visitata il 18 novembre
2009


dal 6 novembre 2009 al 6 gennaio 2010
Il muro di Berlino. Vent’anni dopo
a cura di Reinhard Schultz
Palazzo Incontro
Via dei Prefetti, 22 (zona Pantheon) – 00186 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso libero
Catalogo Galerie Bilderwelt
Info: www.provincia.roma.it

[exibart]


LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui