22 dicembre 2009

fino al 10.I.2010 Gino Marotta Roma, Macro

 
Sembra di trovarsi a un cocktail party a Malibù, e invece siamo in un museo italiano. Animali esotici e palme di metacrilato fluorescente escono dalla penombra. Come tante star a un evento mondano...

di

Si potrebbero chiamare le fiere della vanità. Gino
Marotta
(Campobasso,
1935; vive a Roma) risponde all’appello del Macro di via Reggio Emilia come
rappresentante del panorama romano contemporaneo.
Nella schiera di una generazione che ha fatto la storia
dell’arte italiana più recente, Marotta opera una critica sociale attraverso la
satira. È infatti stato attivo al fianco di
artisti come Burri, Fontana e Ceroli,
solo per citarne alcuni, ma anche di registi come Carmelo Bene, col quale ha lavorato alla scenografia del film Nostra
signora dei turchi
.
Dai materiali leggeri ai colori glamour, le sue sculture
attraggono in quanto traduzione di una realtà che conosciamo. Naturale e
artificiale al tempo stesso. Quest’ultima commistione ha però ormai lasciato
campo libero alla finzione, tanto da impedire una vera e propria distinzione
fra reale e irreale. I suoi fenicotteri, esposti in una delle due sale a lui
dedicate, insieme alle palme o ai rinoceronti,
potremmo vederli uscire dal Macro e girare per il centro di Roma. Così,
le luci soffuse e i neon potrebbero essere le stesse del locale in cui ieri
abbiam preso l’aperitivo.
Il mondo naturale si è trasformato in ologramma
artificiale e la finzione si è fatta verità. E Marotta,
precorrendo i tempi, ha trovato da anni un mezzo espressivo che ci rappresenta,
e ce lo comunica col nostro stesso vocabolario. Non sconvolge, fa
sorridere, ma presto lascia l’amaro in bocca.
Gino Marotta - Ricognizione virtuale della Savana - 2009 - metacrilato e luce artificiale colorata, installazione di 10 pannelli - cm 200x1000 - courtesy l'artista
Nell’altra sala si vede Ricognizione virtuale della
savana
(2009),
l’opera realizzata site specific per il Macro: un’installazione di dieci
pannelli in metacrilato e luce artificiale colorata in cui si percepisce uno
spostamento verso termini più concettuali. Rispetto alle opere precedenti, che
volevano anticipare l’assurdità di cui siamo testimoni, oggi Marotta sembra
spaventato dal fatto che i pronostici abbiano superato la sua stessa
immaginazione. Anche i toni di Indaco, il suo libro presentato al Macro, è fatto di intimi
frammenti di un “piccolo vocabolario personale”.
Quest’opera è più complessa, meno
immediata; sembra specchio di una necessità diventata ormai pressante,
di un cambiamento che ormai è alle porte. Un ritorno alla natura e alle sue
leggi più elementari, a un’etica perduta, a linguaggi sinceri.
L’omaggio del Macro a Marotta come
artista romano era giusto e doveroso. L’artista molisano può infatti a buon
diritto ritenersi
capitolino d’adozione, data la sua importante carriera, che l’ha visto attivo
più volte a Roma.
Gino Marotta - Serpente artificiale - 1970 - metacrilato colorato trasparente - courtesy l'artista
Esposto in spazi pubblici e privati come la Quadriennale
di Roma, dov’è stato presente più volte, e il Complesso del Vittoriano, o
recentemente al Premio Terna e alla Ph Art Gallery, Marotta continua ad
alimentare la nostra storia dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.

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federica forti
mostra visitata il 20 ottobre 2009


dal 12 ottobre 2009 al 10 gennaio 2010
Gino Marotta
MACRo – Museo d’Arte Contemporanea di Roma
Via Reggio Emilia, 54 (zona Nomentana-Porta Pia) – 00198 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 9-19
Ingresso:
intero
€ 4,50; ridotto € 3
Catalogo Electa
Info:
tel. +39 06671070400; fax +39 068554090;
macro@comune.roma.it; www.macro.roma.museum

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