03 maggio 2010

fino al 6.VI.2010 Libri d’artista Milano, Palazzo Reale

 
Paolo Consolandi, illustre notaio e acuto intellettuale, dalla fine degli anni ‘50 non ha mai smesso di fiutare giovani talenti. E ora mette in mostra oltre 130 libri d’artista. Un piccolo assaggio della sua immensa collezione...

di

Come ha ricordato Angela Vettese, curatrice della mostra
insieme a Giorgio Maffei, la dimora Consolandi è una tappa obbligata per
artisti, curatori, collezionisti; una Mecca dell’arte, verso la quale giungono
intere delegazioni di musei stranieri.

Libri d’artista è una mostra intima e discreta. Intima perché i libri
d’artista sono la ciliegina sulla torta di questa raccolta e rappresentano il
lato più intimo e privato, nonché il “complemento”, come lo definisce lo stesso Paolo
Consolandi, di una raccolta più ampia di opere d’arte, iniziata un po’ per caso
e poi diventata sempre più centrale nella sua attività. Discreta perché le
stanze di Palazzo Reale non consentono, ahinoi, alcun intervento scenografico,
a discapito di un maggior impatto comunicativo al quale l’architetto Salvati ha cercato di ovviare, sistemando
le opere all’interno di teche (di proprietà della Biblioteca Ambrosiana)
pensate per i codici di Leonardo.

Ciò ha da una parte impedito di assaporare al meglio il
carattere intermediale del libro d’artista, talvolta pensato per essere toccato
o sfogliato – come nel caso di Kentridge, Hirst, Eliasson (il cui Your House è stato acquistato poco prima dell’inaugurazione) –
e non per stare fisso su una pagina o posizionato in orizzontale. Al contempo,
la rara bellezza di queste opere, organizzate secondo un percorso cronologico e
con due differenti ingressi, e la loro sconcertante attualità, colmano questa
piccola lacuna, alla quale bisognerà porre rimedio se una parte di queste opere
confluirà nel tanto atteso Museo del Novecento.
Stefano Arienti - Pinocchio - Milano, Arienti, 2006 - cm 34x24x1
La mostra offre un rapido excursus tra i principali libri
d’artista, libri-oggetto o presunti tali che si susseguono dai primi anni ‘20
fino ai nostri giorni: dal media-libro avanguardista a quelli di Ruscha e Vautier, anticipazioni del vero libro
d’artista, si passa agli esemplari degli anni ‘60-‘70, ai libri-oggetto dei
visivi, concettuali e poveristi, fino ad arrivare agli anni Novanta-Zero, tra
le più disparate contaminazioni linguistiche. Da Les Illuminations di Léger ai Libri illeggibili di Munari, dal Libro dimenticato quasi a
memoria
di Agnetti a quello cancellato di Isgrò, da Paolini al Dossier Postale di Boetti, e poi il Pinocchio mangiucchiato di Arienti, il libro materico di Kiefer e quello ricamato di Mezzaqui, le bellissime edizioni de Il
Cavallino, Variazioni di Burri
e Villa, l’Index
Book
di Warhol (il primo amore di Consolandi),
il libro-oggetto di John Block, il Corano di Eva Marisaldi.
Andy Warhol - Andy Warhol's Index (Book) - New York-Toronto, Random House, 1967 - cm 28,5x22x1
La selezione proposta è sufficiente per comprendere che il
livre d’artiste
è tutto fuorché una lingua morta. Fuori da ogni classificazione e in tiratura
limitata, nacque come critica al sistema elitario dell’editoria e dell’arte,
per andare verso una nuova dimensione di comunicazione, che da visiva diventò
tattile. Da allora non ha mai smesso di cambiare volto, medium, aspetto, forma,
funzione, senza mai essere inattuale.
Una valida alternativa alle altre mostre presenti a
Palazzo Reale e un’occasione unica per avvicinarsi a opere ancora troppo
sconosciute al grande pubblico.

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mostra visitata il 23 marzo 2010


dal 23 marzo al 6 giugno 2010
Libri
d’artista dalla collezione Consolandi 1919-2009
a cura di Giorgio Maffei e Angela Vettese
Palazzo Reale

Piazza
Duomo, 12 – 20122 Milano
Orario: tutti i giorni ore 9.30-19.30; lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore
9.30-22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso libero
Catalogo Charta
Info: tel. +39 02875672; www.comune.milano.it/palazzoreale/

[exibart]


2 Commenti

  1. Ho visto la mostra appena è stata inaugurata e ho trovato dei lavori bellissimi ma un allestimento poco chiaro dove le opere erano poco fruibili, poi il catalogo non era ancora pronto, lo si doveva prenotare e a tutt’oggi non è ancora stato spedito dall’editore.

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