19 luglio 2010

fino al 19.IX.2010 Louise Bourgeois / Emilio Vedova Venezia, Fondazione Vedova

 
Opere di tessuto e frammenti d’inconscio avvolti in una creatività novantenne. L’ultima grande mostra dell’artista francese. Con inedite sculture del suo “ospite” veneziano...

di

Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010) ha attraversato
quasi integralmente il secolo scorso, ma l’ultimo omaggio alla sua opera espone soltanto lavori fatti
negli ultimi Anni Zero. Si mostrano i frutti di una creatività novantenne che
non ha smesso di ricercare nei meandri della propria psiche, a individuare ed
esorcizzare paure ataviche, a scovare il rimosso per rimetterlo alla ribalta,
indagando universalmente l’inconscio.

Sono due ragni a segnare le linee che si intersecano nei
suoi ultimi lavori. Crouching Spider è un fascio di nervi in acciaio, imponente, la cui
robusta e solida figura riesplora l’inquietante e nota metafora della materntà, che ha reso
celebre l’artista. L’altro, Spider (2007), è un più innocuo ragno di
stoffa, le cui pulsioni addomesticate indicano il passo più sorprendentemente
sereno, che contraddistingue i suoi ultimi Fabric Works che danno il titolo alla mostra.

Non mancano alcune Cells a mostrare come anche negli ultimi
anni l’artista non abbia cessato di
indagare fobie e angosce. Del resto, come indica una delle pareti di Bullet
Hole
, sono le
paure a muovere il mondo
”. Ma anche qui, in Conscious and Inconscious, l’artista mostra un rapporto più sereno e non conflittuale
tra i due elementi.

Il corpus principale delle opere esposte sono collage di
tessuti ricavati da vestiti, lenzuola e asciugamani appartenuti all’artista. La
loro origine d’uso ne fa uno strumento della memoria, come ha dichiarato la
stessa artista: “Mi fanno esplorare il passato: come mi sentivo quando li
indossavo
. Una frivolezza apparente, da
rielaborare attraverso il rigore geometrico, recuperando la simbologia della
spirale e della tela di ragno, come una sorta di rivincita finale dell’archetipo femminile su quello
maschile, imbrigliato da questi reticoli colorati. Questo approdo sereno viene
confermato da The Waiting Hours, serie di collage di tessuto che raffigura un eterno
calar del sole, attesa, o forse evocazione, di un ultimo tramonto.

Nel suo ultimo studio, di recente restaurato sotto la
supervisione di Renzo Piano, vengono proposte per la prima volta alcune sculture di Emilio
Vedova
(Venezia,
1919-2006). Si tratta di alcuni inediti collage, dischi e maquette composti tra la fine
degli anni ‘80 e quella del decennio successivo, nei quali la pittura di Vedova
trova una dimensione tridimensionale.

Si tratta, per l’artista veneziano, di una ricerca che
appare come un risultato necessario di un percorso volto a far partecipare lo
spettatore della carica gestuale della sua pittura, com’era avvenuto nelle
precedenti “esplosioni ambientali” con cui l’artista si era proposto di reinventare lo spazio
dell’allestimento.

Qui la pittura stessa sembra aggregare a sé altri materiali,
come il legno, il fil di ferro, la corda, per raffigurare una plasticità – o
meglio, uno spazio – in costante impermanere, come lasciano trasparire le crepe
nel legno spezzato o l’incerta stabilità del fil di ferro.

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Louise
Bourgeois – Fabric Works

Emilio Vedova scultore

a cura di Germano Celant

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova – Magazzini del
Sale

Calle dello
Squero (Dorsoduro 46 – Zattere) – 30123 Venezia

Orario: da
mercoledì a lunedì ore 10.30-18

Ingresso: intero € 10;
ridotto € 5

Info:
tel +39 0415226626;
info@fondazionevedova.org;
www.fondazionevedova.org

[exibart]

 

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