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cantato da Grazia Deledda, è allestita una mostra che sembra un distillato
dell’altra adolescenza, quella rimasta fuori dalla severa logica di mercato
della nostra società.
L’evento, denominato Il cimitero della ragione e curato da Thomas Caron in
collaborazione con lo Smak di Gent, scaglia il visitatore – attraverso una
panoramica di circa 1.200 opere – tra le emozioni disperate di una vita
condotta ai margini. Il titolo della mostra deriva da un testo scelto
dall’artista per un’opera realizzata durante le elezioni di Barack Obama, come
riflessione “sui danni causati da Bush e sulla distruzione di ciò che ha
fatto grande l’America”.
A fare da guida è la poliedricità di Ed Templeton (Orange County, California, 1972;
vive a Huntington Beach, California), definito l’”Andy Warhol, o forse il
Basquiat dell’America di oggi”, entusiasta osservatore della pittura di Schiele e Balthus, grande appassionato di
fotografia, che con pathos racconta ogni storia come fosse la sua.
L’esposizione è dispiegata sui quattro piani del Man e
mescola decine e decine di foto a disegni, acrilici, sculture, parole, video,
clip, tag e murales, in un odore di America forte e stagnante. In un horror
vacui che riempie gli spazi e che facilmente
si legge quale orrore del vuoto della cultura, dell’appiattimento, delle scelte
opportune e tutte uguali della gioventù contemporanea.
I riflettori illuminano sacche di vita in cerca
d’identità, vecchi rimasti poveri e sconfitti, ma soprattutto giovani in
difficoltà, in balia del sesso e della droga; realtà che l’artista conosce bene
per esser stato non troppo tempo fa uno di loro e perché con loro è ancora in
contatto. È infatti un ottimo skater, abilità che gli ha consentito di fondare
a soli 21 anni la Toy Machine Bloodsucking Skateboard Company, società leader
di una cultura urbana fuori norma. Particolare non indifferente, che ha fatto
volare la notizia sul web, facendo accorrere da tutta l’isola decine di ragazzi
in skate, lasciato poi all’ingresso in reception come il più caro oggetto
personale.
Un’arte di strada, quella di Templeton, così disordinata e
polimorfa, trasgressiva e intima, aggrappata alla forza della creatività per
uscire ieri dal tunnel e mettere a nudo, oggi, con coraggio e senza giudiziare,
un mondo di paure e di sogni infranti.
L’esperienza è interessante per la sua eccentrica
filosofia, per la contaminazione dei linguaggi comunicativi, per la riflessione
a cui costringe sul disagio esistenziale. Ma soprattutto per lo spaesamento che
si prova di fronte a una carica eversiva e decontestualizzante.
Fuori di lì, per un lieta casualità verificatasi durante l’inaugurazione,
c’è la festa più importante della città: quella Sagra del Redentore che fa
sfilare con orgoglio, tra paesani e turisti assiepati, i costumi più antichi e
rappresentativi della Sardegna. Il corto circuito è immediato, perché gli occhi
non potrebbero immaginare nello stesso luogo due realtà più diverse. E in bocca
si scioglie un sapore inatteso, come di pizza consumata a Beijing.
Templeton
a Milano
L’artista
all’Acquario di Roma
ivana porcini
mostra visitata il 22 agosto 2010
dal 29 luglio al 3 ottobre
2010
Ed Templeton – Il Cimitero
della Ragione
a cura di Thomas Caron
MAN – Museo d’Arte della provincia di
Nuoro
Via Sebastiano Satta, 15 (centro
storico) – 08100 Nuoro
Orario: da martedì a domenica ore
10-13 e 16.30-20.30
Ingresso libero
Catalogo Smak
Info: tel./fax +39 0784252110; man.nuoro@gmail.com; www.museoman.it
[exibart]
il warhol o il basquiat dei nostri tempi?mah
mi sembrano dei lavori da ragazzini sinceramente
e poco di piu
non dimentichiamo che warhol ha poi influenzato moltissimo quindi l’esempio è fuori scala
se si vuole creare una piccola leggenda alla basquiat spero che siano finiti i tempi per questo genere di montature: ma cosa dobbiamo andare avanti sull’esempio degli skater? monopattino spinelli e bomboletta? una cultura da adolescenti con i ritrattini della fidanzata e degli amici?
concordo con achab…si si, fa tanto ganzo in terra aspra di Barbagia stare al passo con le mode…Templeton ha una biografia interessante ma artisticamente è proprio pochino…..il Man in Sardegna opera in regime di monopolio dunque può anche permettersi mostre come questa
la sardegna si merita una retrospettiva di baijuy proceddu. siete una massa capre capre capre capre capre capre capre capre
x Luca..proprio perchè la Sardegna si merita tanto non si merita mostre espositive banali
capretta sarda molto molto orgogliosa