14 febbraio 2012

fino al 29.IV.2012 Steve McCurry Roma, MACRO

 
La figura umana messa in mostra attraverso una serie di forme e colori che ritornano sempre uguali e sempre profondamente diverse. Un percorso imprevedibile, per passare da un ambiente all’altro come in una sorta di labirinto -

di

Il dilettante che torna a casa con un gran numero di foto artistiche originali non è molto più rallegrante del cacciatore che torna dalla battuta con un’enorme quantità di selvaggina (…) E sembra veramente imminente il giorno in cui ci saranno più giornali illustrati che non negozi di selvaggina”.  Quel giorno è arrivato e quelle previsioni benjaminiane sono diventate regole implicite della nostra quotidianità estetizzata.
Steve McCurry (Philadelphia, 1950), di cui il Macro Testaccio propone un’importante retrospettiva, è uno dei protagonisti dei più autorevoli “giornali illustrati” del nostro tempo. Con i suoi reportage fotografici, l’autore ci ha fatto conoscere l’altra parte del mondo, avvicinando la lontananza dell’altrove prima ancora che il web ci rendesse cittadini di un unico villaggio globale. Sgombriamo il campo dall’ovvio. Certamente l’esposizione romana mette in mostra l’unicità e la sensibilità dello sguardo che ha guidato il fotografo americano attraverso continenti, popoli e culture diverse. Ma c’è di più, nell’ allestimento curato da Fabio Novembre: un percorso obbligato, apparentemente imprevedibile, accoglie il visitatore lasciandolo passare da un ambiente all’altro come in una sorta di labirinto. Una struttura in plastica trasparente, leggera e quasi impercettibile, si fa carico di una forte intensità. Non sei tu che guardi le fotografie, ma sono loro a guardare te, ad accerchiarti, ad interrogarti. 

Non è un caso che le prime foto esposte sono quelle dei bambini: il loro sguardo ti si attacca addosso e ti accompagna per tutta la visita, come un monito ad essere vigile e attento perché investito di un’epocale responsabilità: restiamo umani. Ed ecco allora che, raccolto il filo di Arianna che il curatore ha lasciato per noi, riusciamo a vedere la prossimità delle forme: la gondola, le icone sacre, la lettura, la preghiera, il sonno, la femminilità rappresentata, il cammino, il gioco, il rituale, la devastazione, la solitudine. Le forme ritornano, non conoscono tempo o confine, e in questo ritorno continuo disegnano un’umanità che non ha più nulla di esotico ma diventa percorso di vita che continua e che ci attende fuori dagli spazi del museo.

angela maiello
mostra visitata il 10 gennaio 2012

 
dal 3 dicembre 2011 al 29 aprile 2012
Steve McCurry
a cura di Fabio Novembre
Macro Testaccio – La Pelanda
Piazza Orazio Giustiniani (00153) – Roma
Orari: da martedì a venerdì dalle ore 15.00 alle 23.00: sabato, domenica e festivi dalle ore 11.00 alle 23.00 (la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Ingresso:  intero € 10,00, ridotto € 8,00
Info: 060608 – 
www.macro.roma.museum

[exibart]

 

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