10 maggio 2013

Fino al 26.V.2013 The Camera’s Blind Spot Nuoro, MAN_Museo d’Arte di Nuoro

 
Oltre l’impressione. Nella remota, ma accogliente Barbagia, va in scena un'inedita ricerca sulla ricostruzione del vuoto visivo. Tra scultura e fotografia -

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Al MAN è esposta una ricerca su qualcosa che ognuno di noi dà per scontato e assodato, ma che invece non gli appartiene. Il Museo d’Arte di Nuoro, spazio relativamente piccolo di dimensioni ma grande nelle intenzioni, mette in scena un racconto su un luogo negato, un’esplorazione di un vuoto che il cervello tende a coprire con dettagli rubati da zone contigue, come se avesse l’intenzione di rassicurarci. Si tratta del punctum caecum, una zona cieca all’interno del campo visivo. Il blind spot, come viene chiamato in inglese, è un fenomeno fisiologico della visione dei vertebrati, causato da un malfunzionamento dei fotorecettori in una determinata area della retina o dalla loro pura e semplice mancanza. Il cervello, però, tende a ricucire questa smagliatura del tessuto visivo con le informazioni provenienti dall’area immediatamente circostante ad essa.
The Camera's Blind Spot vista dell'allestimento foto di Gigi Murru
La mostra collettiva, curata da Simone Menegoi e Lorenzo Giusti, indaga il rapporto della fotografia con la scultura. Il titolo infatti, “The Camera’s Blind Spot”, insinua l’idea che la scultura sia il punctum caecum della fotografia. La relazione tra le due risale alla fine dell’Ottocento, quando le sculture vengono selezionate come modelli immobili dalla fotografia delle origini, rivelando la proprietà naturale della scultura di mutare completamente da uno scatto all’altro, a seconda dell’inquadratura, del taglio dell’immagine, delle condizioni di illuminazione.
In un’oscillazione tra ricerca sull’obsolescenza e reinvenzione del medium, i giovani artisti esposti, che hanno oggi fra trenta e quarant’anni, praticano la scomparsa totale dell’oggetto a favore dell’immagine o spingono al massimo grado la materialità dell’immagine, le conferiscono una massa che può anche eclissare l’immagine stessa. 
Da un lato gli artisti rivisitano le origini del medium fotografico, come il duo Tayio Onorato e Nico Krebs, che impiega la tecnica della stampa positiva diretta (l’immagine si forma sulla carta sensibile senza la mediazione di un negativo) su soggetti in movimento, procedimento insolito dato che ha tempi di esposizione lunghi; le immagini che ne risultano sono di ammaliante bellezza formale; dall’altro lato si appropriano delle ultime tecnologie digitali, come Sara VanDerBeek, che registra le variazioni compositive di alcune stratificazioni d’immagini, pannelli di gesso e lastre in vetro attraverso una serie di stampe digitali in bianco e nero. Ancora scultura e fotografia convivono nell’opera di Becky Beasley, composta da due pile di stampe litografiche identiche, che ogni visitatore può raccogliere e portare con sé, poste come ostacolo nel passaggio.
Giorgio Piga
mostra visitata il 22 aprile
dal 23 marzo al 26 maggio 2013 
The Camera’s Blind Spot
MAN,  via Sebastiano Satta 15, Nuoro 
Orari: dal martedì alla domenica 10:00-13:00, 15:00-19:00

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