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Ambrogio Alciati – Lezioni di pittura
La mostra vuol essere un invito a riscoprire uno dei più affascinanti ritrattisti del primo Novecento – non lo si ricordava a Milano dalla piccola retrospettiva in Palazzo Reale del 1975 – e, nel contempo, un omaggio della Permanente stessa a un antico Socio che nelle sue sale svolse gran parte del proprio itinerario. Omaggio al pittore e al maestro, che dalla cattedra di Brera formò un’intera generazione di artisti, ma anche intrigante galleria d’immagini di molti fra i protagonisti della “Milano bene” inizio secolo.
Comunicato stampa
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La Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano organizza, dal 24 novembre 2010 al 9 gennaio 2011, la rassegna Ambrogio Alciati (1897-1929). Lezioni di Pittura, che vuol essere un invito a riscoprire uno dei più affascinanti ritrattisti del primo Novecento – non lo si ricordava a Milano dalla piccola retrospettiva in Palazzo Reale del 1975 – e, nel contempo, un omaggio della Permanente stessa a un antico Socio che nelle sue sale svolse gran parte del proprio itinerario. Omaggio al pittore e al mae-stro, che dalla cattedra di Brera formò un’intera generazione di artisti, ma anche intrigante galleria d’immagini di molti fra i protagonisti della “Milano bene” inizio secolo.
Antonio Ambrogio Alciati nasce a Vercelli nel 1878, frequenta il locale Istituto di Belle Arti e nel 1897, con una borsa di studio, si trasferisce a Milano ed entra all’Accademia di Brera. Di qui gli studi ai corsi di Vespasiano Bignami, Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone; la Medaglia d’Oro (1910), il Premio Principe Umberto (1914); l’imporsi come ritrattista presso l’alta borghesia cittadina; l’avvio del cursus espositivo con le mostre della Permanente, le Esposizioni Nazionali di Brera, le Biennali di Venezia, ininterrottamente dal 1907 al 1920. Proprio nel ’20 è chiamato a Brera al posto di Cesare Tallone, morto l’anno prima, e terrà cattedra sino al 1929, data della prematura scomparsa.
Pur nei limiti imposti dalla difficoltà di reperire e ottenere molti lavori, i sessantacinque dipinti e disegni proposti, anche inediti, dal 1899 al 1929, chiariscono l’intero processo creativo dell’artista che, erede della Scapigliatura nel privilegiare la figura, fonda però la propria visione sulla padronanza del segno e l’equilibrio tra forma e colore. Alciati è pittore d’istinto più che di teoria. Nel preferire la luce d’interni al plein air e nel cogliere la psicologia dei committenti e del loro universo (voleur d’âme direbbero i francesi) entra di diritto nella ritrattistica ‘mondana’ europea fra Otto e Novecento, che in Italia si vorrebbe limitare a De Nittis e Boldini, mentre in effetti coinvolge tutta una corrente di autori raffinati, dal linguaggio modernissimo nello sguardo sul dato visivo, se pur ‘accademici’ nel tradurlo, sì da meritare quella sorta di ostracismo critico verso quanto non tocchi le avanguardie storiche.
Lezioni di pittura, infine, non solo in senso lato, perché una sezione della rassegna è dedicata ad alcuni al-lievi di Alciati, per strade diverse ed esiti peculiari: Francesco De Rocchi, Cristoforo De Amicis, Umberto Lilloni, Angelo Del Bon, Adriano di Spilimbergo, Virginio Ghiringhelli, Guido Tallone, Giuseppe Novel-lo, Gianfilippo Usellini, Gino Meloni.
Antonio Ambrogio Alciati nasce a Vercelli nel 1878, frequenta il locale Istituto di Belle Arti e nel 1897, con una borsa di studio, si trasferisce a Milano ed entra all’Accademia di Brera. Di qui gli studi ai corsi di Vespasiano Bignami, Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone; la Medaglia d’Oro (1910), il Premio Principe Umberto (1914); l’imporsi come ritrattista presso l’alta borghesia cittadina; l’avvio del cursus espositivo con le mostre della Permanente, le Esposizioni Nazionali di Brera, le Biennali di Venezia, ininterrottamente dal 1907 al 1920. Proprio nel ’20 è chiamato a Brera al posto di Cesare Tallone, morto l’anno prima, e terrà cattedra sino al 1929, data della prematura scomparsa.
Pur nei limiti imposti dalla difficoltà di reperire e ottenere molti lavori, i sessantacinque dipinti e disegni proposti, anche inediti, dal 1899 al 1929, chiariscono l’intero processo creativo dell’artista che, erede della Scapigliatura nel privilegiare la figura, fonda però la propria visione sulla padronanza del segno e l’equilibrio tra forma e colore. Alciati è pittore d’istinto più che di teoria. Nel preferire la luce d’interni al plein air e nel cogliere la psicologia dei committenti e del loro universo (voleur d’âme direbbero i francesi) entra di diritto nella ritrattistica ‘mondana’ europea fra Otto e Novecento, che in Italia si vorrebbe limitare a De Nittis e Boldini, mentre in effetti coinvolge tutta una corrente di autori raffinati, dal linguaggio modernissimo nello sguardo sul dato visivo, se pur ‘accademici’ nel tradurlo, sì da meritare quella sorta di ostracismo critico verso quanto non tocchi le avanguardie storiche.
Lezioni di pittura, infine, non solo in senso lato, perché una sezione della rassegna è dedicata ad alcuni al-lievi di Alciati, per strade diverse ed esiti peculiari: Francesco De Rocchi, Cristoforo De Amicis, Umberto Lilloni, Angelo Del Bon, Adriano di Spilimbergo, Virginio Ghiringhelli, Guido Tallone, Giuseppe Novel-lo, Gianfilippo Usellini, Gino Meloni.
23
novembre 2010
Ambrogio Alciati – Lezioni di pittura
Dal 23 novembre 2010 al 09 gennaio 2011
arte moderna
Location
MUSEO DELLA PERMANENTE
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Milano, Via Filippo Turati, 34, (Milano)
Biglietti
€ 5,00 intero; € 2,50 ridotto
Orario di apertura
da martedì a domenica 10.00-13.00 e 14.30-18.30, sabato e domenica 10.00-18.30; chiuso tutti i lunedì, dal 24 al 26 dicembre e 31 dicembre 2010, 1 gennaio 2011
Vernissage
23 Novembre 2010, ore 18.30
Editore
SILVIA EDITRICE
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore
Curatore